ROVIGO – I parenti fino al sesto grado potranno lavorare nelle aziende agricole per sopperire alla mancanza di manodopera: questa è una delle novità introdotte dal decreto Cura Italia pubblicato durante l’emergenza Coronavirus. Il decreto prevede l’estensione dal quarto al sesto grado del rapporto di parentela/affinità per l’utilizzo in modo meramente occasionale o ricorrente di breve periodo di parenti ed affini (Art. 105 D.L. 18/2020) disciplinato originariamente dall’articolo 74 della legge Biagi.
Potranno dunque collaborare alla raccolta dei prodotti agricoli anticipata dal caldo inverno anche nonni, genitori, figli, nipoti, suoceri, generi, nuore, fratelli, zii, cugini, figli di cugini, cugini dei genitori e figli dei cugini dei genitori, fratello/sorella del coniuge, zio del marito rispetto alla moglie e viceversa, cugino/a del marito rispetto alla moglie e viceversa. Si sottolinea che le attività prestate dai parenti e affini, fino al sesto grado, non costituiscono rapporto di lavoro ne subordinato ne autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito.
«Questo provvedimento è positivo e ci aiuterà a proseguire più serenamente i nostri lavori nei campi – commenta il presidente Carlo Salvan – perché consentirà di avere una più ampia scelta di soggetti proprio in questo momento in cui stiamo programmando e preparando la campagna per le colture estive. In Veneto, nel 2019, in base ai dati di Coldiretti, sappiamo che era stata impiegata forza lavoro straniera pari a 65 mila unità in prevalenza rumeni (14mila), ma anche 7 mila tra nordafricani, 4 mila indiani e 2 mila polacchi. L’emergenza coronavirus ha bloccato l’arrivo della manodopera straniera che solitamente veniva impiegata in questa stagione e in quella della raccolta, confidiamo che si sblocchi anche questo problema per fare fronte alle necessità produttive presenti e future».
L’impiego della manodopera di famiglia è una prassi che era molto diffusa in agricoltura nel passato quando, anche lontani parenti, tornavano in fattorie, cascine e masserie di famiglia in occasione delle campagne di raccolta più importanti, dalla vendemmia alla raccolta delle olive, per collaborare attivamente e ricevere magari in cambio frutta, verdura, olio o vino. Una partecipazione che negli ultimi anni era praticamente scomparsa anche per i vincoli burocratici ed amministrativi e che ora è stata resa urgente dalla stretta degli ingressi alle frontiere che ha fermato l’arrivo nelle campagne italiane di lavoratori dall’estero.