ROVIGO – Tramite lo stop a una proposta emendativa del Decreto Crescita si è impedito di fare un grosso danno ai produttori agroalimentari italiani. L’emendamento proponeva la facoltà di utilizzare l’emblema di Stato con la dicitura “Made in Italy” per beni alimentari ottenuti anche con prodotti stranieri.
Il falso Made in Italy e i danni creati dall’italian sounding sono temi caldi delle battaglie di Coldiretti degli ultimi anni. La bocciatura dell’emendamento tutelerà la proprietà intellettuale e commerciale combattendo la contraffazione dell’italianità tramite la dizione “Made in italy” e l’uso di segni descrittivi con l’emblema del nostro Stato. Questo è stato permesso tramite un lavoro congiunto svolto tra Coldiretti e gli uffici competenti del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo guidati da Gian Marco Centinaio.
«Il risultato importante – spiega il presidente nazionale Ettore Prandini – permette di evitare di legittimare l’inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani usando come criterio il codice doganale ai sensi del quale il luogo d’origine è paradossalmente quello dell’ultima trasformazione sostanziale così che cagliate importate dall’estero consentono la produzione di formaggi italiani o carni macinate ugualmente provenienti da Paesi europei o extraeuropei determinano la produzione di salumi nazionali».
Gli fa eco il presidente di Coldiretti Rovigo Carlo Salvan che definisce questo percorso una «battaglia di trasparenza diretta alla tutela dei nostri consumatori e dei nostri prodotti». «Il continuo dibattito politico sull’etichettatura e la provenienza – prosegue Salvan – fa capire quanto sia importante la protezione e la valorizzazione della produzione agroalimentare italiana che si basa su un patrimonio unico al mondo. Questo patrimonio deve essere tutelato contro ogni contraffazione che sia essa interna o esterna. Solo così l’agricoltura italiana potrà essere apprezzata dal consumatore italiano e internazionale. Pertanto, Coldiretti, a tutti i livelli, è attenta a far sì che tutta la produzione agroalimentare sia difesa da proposte o modifiche normative che possano danneggiare i nostri agricoltori. Questa situazione non è un traguardo, ma una tappa di un percorso sempre più intenso e forte teso alla valorizzazione nostra agricoltura».
L’emendamento è stato ritirato per ragioni di «congruità ordinamentale»; questa decisione proteggerà così i consumatori e garantirà la trasparenza. Questo stop darà piena attuazione alla legge sull’obbligo di etichettatura di origine di tutti gli alimenti, concedendo un’accelerata sull’emanazione dei necessari decreti applicativi.