ROVIGO – Si terrà venerdì 22 marzo alle ore 9.30 il terzo della serie di appuntamenti del progetto “Iniziativa Donna”, che racconta la storia delle donne nel Polesine e nelle varie culture e popolazioni, affrontandone vari aspetti e tematiche in parte ancora non risolte.
L’incontro, come gli altri ideato dalla Provincia per gli studenti delle Scuole Superiori ma aperto al pubblico, vedrà Luigi Contegiacomo e Antonella Bertoli parlare di Angelina Merlin, meglio nota come Lina, più volte parlamentare socialista, eletta nei collegi di Adria e Rovigo.
Nota soprattutto come l’ideatrice della legge per l’abolizione delle “case chiuse”, che entrò in vigore il 20 settembre 1958, fece anche molte altre iniziative parlamentari tra cui quella di abolire la dicitura “N N” nei certificati di nascita dei figli cosiddetti illegittimi, parificando così i bambini. Durante il regime, per essersi rifiutata di prestare il giuramento fascista, fu dimessa dall’insegnamento.
Lina Merlin, arrestata a più riprese, nel 1926, per la sua attività antifascista, fu condannata a cinque anni di confino in Sardegna. A Milano Lina sposa un medico (Dante Gallani, già deputato socialista di Rovigo), che incontra in una riunione clandestina. Nel 1936 resta vedova, e continua l’attività antifascista. Dopo l’8 settembre 1943, la Merlin prende parte alla guerra di liberazione nelle file della Resistenza. Comincia donando ai partigiani la strumentazione tecnica e i manuali lasciati dal marito; prosegue raccogliendo fondi e vestiario per i patrioti e, quindi organizzando con Ada Gobetti, Laura Conti e altre antifasciste i “Gruppi di difesa della Donna”.
Dopo la Liberazione, Lina Merlin, entrata nella Direzione del Partito socialista, è tra le fondatrici dell’UDI (Unione Donne Italiane). Eletta alla Costituente, si deve a lei e alle altre 4 compagne se l’articolo 3, oltre che recitare “Tutti i cittadini… sono uguali davanti alla Legge”, precisa anche “senza distinzioni di sesso”. Eletta al Senato nel 1948 (suo è il primo intervento di una donna in quell’Assemblea), è rieletta nel 1953. Nel 1958 passa alla Camera.
Nel 1951, anno dell’inondazione del Po, Lina Merlin accorre in Polesine. Nel 1961, esce dal Partito socialista e nel 1963 rifiuta di ricandidarsi, si allontana dalla politica attiva e (lei che nel 1955 aveva pubblicato, con Carla Barberis, Lettere dalle case chiuse), si dedica alla scrittura delle sue memorie. Il libro, intitolato “La mia vita”, verrà pubblicato soltanto dieci anni dopo la sua morte, a cura di Elena Marinucci.