ROVIGO – Bene la notizia della proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2025, per la sperimentazione sul campo, in siti autorizzati, delle Tecnologie di evoluzione (Tea). Così Coldiretti commenta l’emendamento di Luca De Carlo e Giorgio Bergesio, rispettivamente presidente e vice della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, vicepresidente della Commissione, relatori del D.L. Agricoltura.
Coldiretti Rovigo aveva trattato il tema durante la 73esima edizione della Giornata provinciale del Ringraziamento del 2023, con un convegno a Crespino intitolato “Tecniche di evoluzione assistita, il futuro già presente” dove la parte tecnica era stata affidata a Gianni Barcaccia, professore ordinario di Genetica e genomica delle piante dell’Università di Padova. L’Italia era stata prima nazione europea ad aver legiferato esplicitamente in materia nel 2023; fu fatta la presentazione della proposta alla Commissione europea per definire un quadro regolamentare, ma i lavori si sono fermati in vista delle nuove elezioni. «Quello che si chiede – spiega Silvio Parizzi, direttore di Coldiretti Rovigo – è un deciso impegno a fare un passo in avanti da parte della nuova Commissione per proseguire nel percorso intrapreso verso una sempre maggiore sostenibilità delle filiere agroalimentari».
Le Tea non sono Ogm: questa la prima sottolineatura. Infatti, non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta e permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici, della difesa della biodiversità e di affrontare così l’obiettivo della sovranità alimentare. Il tutto attraverso il sostegno che potrà essere assicurato dalla ricerca pubblica con l’abbandono della logica del brevetto delle multinazionali delle sementi.
«Si tratta di un percorso di innovazione che aiuterebbe il settore che da qualche tempo affronta problemi di produzione a causa dei cambiamenti climatici – prosegue Parizzi – Le tea, se usufruibili per tutti, rappresenterebbero un miglioramento delle condizioni di vita, quindi sono di utilità per l’intera comunità. I cambiamenti climatici ci impongono riflessioni rapide per cercare di difendere la biodiversità. Coldiretti non è mai stata contraria all’evoluzione, ma valorizza quella buona, che permette di difendere un patrimonio di tradizioni enogastronomiche e un lavoro. Sappiamo da tempo delle possibilità applicative delle Tea – conclude Parizzi – Certamente il tema è delicato, ma siamo chiamati tutti a dare risposte, sia di carattere ambientale, che sociale all’agricoltura; Coldiretti ha il compito di vigilare sulla ricerca e chiede alle istituzioni di apprenderne l’importanza, di finanziare la ricerca scientifica pubblica e parallelamente di costruire quelle norme che consentano a questo lavoro di uscire dai laboratori. Le Tea sono certamente una rivoluzione, ma sappiamo che il percorso legislativo non sarà breve. Per questo dovremo presidiare il lavoro della prossima legislatura europea: noi non ci fermiamo, l’obiettivo è essere protagonisti anche dei processi decisionali e normativi in Europa».