Fine novembre intenso per il Teatro del Lemming

Il regista rodigino Massimo Munaro protagonista di una lezione all’università de la Lorraine a Nancy, mentre a Rovigo è ospite in residenza il gruppo toscano Cantiere Artaud

Teatro del Lemming, Trilogia della memoria (Foto Valentina Gnassi)

ROVIGO – Doppio appuntamento per il Teatro del Lemming: mentre a Rovigo proseguono le residenze teatrali sostenute dal MiC – Ministero della cultura e dalla Regione Veneto, il regista Massimo Munaro è ospite all’Università de la Lorraine a Nancy per una lezione dal titolo “La rilettura del Teatro del Lemming delle tre cantiche dantesche”.

Il Teatro del Lemming, infatti, ha dedicato molti anni allo studio delle cantiche dantesche, realizzando tra il 2003 e il 2006 numerosi progetti attorno alla Divina Commedia. Il lungo e intenso processo di ricerca della compagnia rodigina sarà ora soggetto di una lezione dell’università francese e verrà considerato come esempio di attualizzazione dell’opera del sommo poeta, in occasione della celebrazione del settecentesimo anniversario della morte di Dante.

Contemporaneamente, prosegue anche l’attività della compagnia sul territorio rodigino. Dopo l’ospitalità estiva della giovane regista Maria Chiara Pederzini e della coreografa Romina Zangirolami, riprende infatti il progetto delle residenze teatrali in Teatro Studio. Il Teatro del Lemming è infatti una delle tre realtà in Veneto ad essere riconosciuta come residenza teatrale “artisti nei territori”.

Dal 23 al 30 Novembre sarà dunque ospite in Teatro Studio il collettivo toscano Cantiere Artaud, già presente a Rovigo nel 2020 all’interno del Festival Opera Prima con lo spettacolo L’eco della falena, prima parte di una Trilogia della Memoria. La residenza ora sostenuta dal Lemming vedrà i giovani toscani impegnati nel secondo episodio del progetto, incentrato attorno alle opere di Bergman. La residenza è dedicata ad un nuovo progetto produttivo, dal titolo Il volto di Karin, che prende ispirazione dall’omonimo cortometraggio del regista svedese dedicato alla memoria della madre Karin Åkerblom, elegia iconografica al tempo che scorre e all’importanza di sedimentare la memoria, incarnata dalle fotografie. Nel documentario Bergman mette in sequenza una serie di fotografie della madre dai 3 anni fino a pochi giorni prima della morte. In esso si avverte l’inafferrabilità del tempo, ma anche la capacità di creare attraverso la visione una dimensione altra, quella del ricordo, che permette di colmare momentaneamente un’assenza data dalla perdita creando una realtà virtuale.

Al termine della residenza, martedì 30 novembre alle ore 21.00, la compagnia toscana presenterà uno studio finale aperto al pubblico e ad ingresso gratuito. Il lavoro, ideato da Ciro Gallorano, vede la presenza in scena di Davide Arena, Sara Bonci, Matilde Cortivo, Jo Kezich ed è realizzato da Cantiere Artaud con il contributo della Fondazione Cr Firenze.

Cantiere Artaud è un collettivo di ricerca teatrale fondato ad Arezzo nel 2016 da Sara Bonci e Ciro Gallorano. Nel 2020 la compagnia è stata riconosciuta dalla Regione  Toscana come giovane formazione di prosa. Il nome dell’Associazione sottolinea la volontà di essere sempre pronti a nuove sperimentazioni e vuole essere un omaggio ad  Antonin Artaud, precursore di un teatro che tende a smuovere i nervi. Allo spettatore viene chiesto di lasciarsi condurre dentro un labirinto fatto di piccoli gesti e suoni  primordiali, silenzi e ombre.

In considerazione dell’emergenza sanitaria in atto, a tutto il pubblico chiediamo di recarsi a teatro con largo anticipo in modo da agevolare i flussi in entrata, ricordando che non è possibile entrare a spettacolo iniziato. Vi chiediamo inoltre di rispettare le norme in vigore alla data degli eventi. Si ricorda infine che in base al Decreto Legge n. 105 del 23 luglio 2021 è necessario il green pass per accedere all’evento.

Per informazioni contattare il Teatro del Lemming all’indirizzo mail info@teatrodellemming.it o telefonicamente al numero 0425070643.

www.teatrodellemming.it