ROVIGO – Il 30 settembre, nel corso dell’audizione sull’individuazione delle priorità nell’utilizzo del “Recovery fund” in commissione agricoltura al Senato, il ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova si è soffermata, tra le strategie future per lo sviluppo del settore, al blocco del consumo di suolo.
«Per quanto riguarda la produzione energetica da fonti rinnovabili – ha espresso la ministra Bellanova – la strategia nazionale per il sistema agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e dell’acquacultura, punta su progetti tesi allo sviluppo del biometano e alla realizzazione di un parco agrisolare. Il progetto di parco agrisolare punta ad intervenire sui tetti degli edifici produttivi agricoli distribuiti su tutto il territorio nazionale, favorendone parallelamente l’efficientamento energetico, anche nell’ottica del miglioramento del benessere animale».
La Bellanova ha poi sottolineato che la futura programmazione dovrà cercare di ridurre i costi di approvvigionamento energetico, contribuendo alla decarbonizzazione del paese e soprattutto ha posto l’accento sull’evitare ulteriore consumo di suolo affermando che «non si dovrà più poggiare sul terreno un solo pannello». E ha concluso dicendo che ogni progetto si baserà sul presupposto che «nessuno sviluppo sostenibile si può immaginare senza garantire al settore agricolo la centralità adeguatamente sostenuta, che merita, e agli agricoltori, allevatori e pescatori la giusta tutela del reddito».
«Da tempo sottolineiamo la necessità di avere regole più precise per la tutela del nostro territorio e la difesa di quei terreni che sono o potrebbero essere dediti all’agricoltura – si esprime così il presidente di Coldiretti Rovigo Carlo Salvan – C’è una continua caccia a terreni agricoli per il posizionamento di importanti impianti fotovoltaici a terra. Sul nostro Polesine insistono già diverse ferite di questo genere, inflitte in tempi non troppo lontani; crediamo di non aver più niente da dare in termini di suolo. Per la crescita del settore delle energie rinnovabili ci sono alternative valide al fotovoltaico a terra, come appunto gli impianto sui tetti delle strutture agricole senza dimenticare quelle industriali e commerciali. Bene che la ministra Bellanova escluda senza riserve gli impianti a terra, perciò chiediamo una verifica sugli ultimi progetti che sono stati depositati in estate».
«Poche settimane fa, durante l’incontro in videoconferenza tra la federazione veneta di Coldiretti e i candidati alle regionali – conclude Salvan – abbiamo chiesto loro di condividere e firmare il documento programmatico di Coldiretti Veneto, e anche il presidente Luca Zaia si era dimostrato attento alla problematica del consumo del suolo e contrario all’idea del fotovoltaico a terra, sottolineando però come negli anni ha più volte eccepito la necessità di una legge nazionale forte per fermare il consumo di suolo e le relative speculazioni che possano devastare il nostro territorio. Ora attendiamo con celerità gli sviluppi, prima che sia troppo tardi e per mantenere la centralità strategica dell’agricoltura nella nostra economia come il periodo pandemia ha fatto conoscere».