ROVIGO – Dopo i due anni di stop forzato a causa della pandemia, martedì 24 gennaio – alle ore 16 – riprendono gli incontri in occasione della “Giornata della Memoria” presso l’Archivio di Stato di Rovigo.
Come era stato per tutte le precedenti occasioni, anche quest’anno l’obiettivo è quello di fornire un’opportunità di approfondimento storico il più rigoroso possibile sulla Shoah, evitando ritualismi e discorsi d’occasione.
Quest’anno l’incontro sarà dedicato a indagare le modalità e i meccanismi attraverso i quali il regime nazista arrivò ad additare e a perseguire poi concretamente l’eliminazione fisica di sei milioni di ebrei europei.
La prospettiva di partenza è quella della cosiddetta “costruzione del capro espiatorio” attraverso cui il nemico, l’ “altro” ostile e diverso da noi, viene ritenuto responsabile di cospirare ai danni di una comunità ordinata e incolpevole. Il relatore sarà il dott. Claudio Vercelli ricercatore fra l’altro dell’Istituto Gaetano Salvemini di Torino, più volte ospite delle nostre iniziative e consolidato studioso della storia d’Israele, del mondo islamico e di tutti i fenomeni storicamente collegati alle persecuzioni, alle violenze e alle minacce ai danni del popolo ebraico.
Il riferimento esplicito già nel titolo è all’importante e discussa opera dell’antropologo francese René Girard “Il capro espiatorio” la cui idea centrale si può affermare essere quella che ogni società e cultura umana sia basata sul sacrificio di un responsabile di colpe collettive (individuo, gruppo, organizzazione, etnia) il più delle volte appositamente inventato che deve essere perseguitato ed eliminato per consentire l’armonica prosecuzione della vita della comunità incolpevole che di quello pativa la minaccia.