Eraclea (VE) – Granchio blu a tavola: lo ha portato Coldiretti stamattina all’agriturismo Coda di Gatto a Eraclea. La delegazione che ha provato le ricette in anteprima era formata da diversi rappresentanti delle istituzioni e della politica a più livelli, dal comunale, passando per il regionale fino al nazionale, assieme a diversi rappresentanti di Coldiretti, sia Veneto che Rovigo e Venezia; per il Polesine presenti il direttore Silvio Parizzi e il presidente Carlo Salvan.
L’emergenza granchio blu è stata quindi presentata questa mattina all’opinione pubblica anche sotto un altro punto di vista: quello dell’opportunità gastronomica che si può seguire. È stato mostrato dal vivo l’inserimento di questo granchio invasore nei menù a km zero. L’agrichef Luca Faraon ha preparato una serie di ricette dall’insalatina di granchio fino agli spaghettoni.
«Questo non significa che stiamo ignorando o dimenticando la situazione nelle lagune che sono in uno stato di sofferenza ambientale che provoca disagi sia economici che sociali – commenta Carlo Salvan vicepresidente regionale di Coldiretti Veneto – Il granchio sta provocando ingenti perdite alla categoria pesca e acquacoltura, un settore lavorativo tra i più importanti del Polesine. Le perdite di prodotto riguardano sia le nursery, le zone di semina ma anche le aree di prodotto maturo di vongole veraci e cozze, in quanto i granchi stanno mangiando avidamente e indistintamente i molluschi che trovano nelle lagune. Ci sarà da valutare l’impatto sulle specie ittiche tramite la Ricerca e gli istituti scientifici nel nostro Paese, per fare una previsione di cosa accadrà ai nostri ambienti e per rispondere alle domande dei pescatori che attualmente vivono di sola molluschicoltura».
Il crostaceo in questione, non autoctono e decisamente invasivo, sta devastando le aree di produzione di vongole e cozze nella zona di pesca e molluschicoltura nel Delta del Po perché si ciba proprio di queste specie privando il raccolto agli operatori di questo settore economico riconosciuto tra le eccellenze imprenditoriali polesane e non solo. La zona maggiormente interessata da questa specie aliena, nome scientifico Callinectes sapidus chiamato ‘blu’ per le sfumature colorate presenti sul carapace e le chele, è quella che va da Rosolina a Porto Tolle nel rodigino e a Goro nel ferrarese; il granchio è già presente anche nella sacca Toro a Chioggia dove la situazione si sta aggravando.
«Coldiretti quotidianamente fa una ricognizione della situazione, che purtroppo si sta aggravando di giorno in giorno – conclude Salvan – una situazione che è precipitata nel giro di qualche settimana. Oggi abbiamo dimostrato che il granchio si può mangiare, ma allo stesso tempo ricordiamo alle istituzioni che questo crostaceo alieno si somma ad altre sofferenze del settore, come il cambio climatico e la mancata vivificazione delle lagune che hanno provocato diverse morie negli ultimi anni. Le aziende si aspettano soluzioni e strumenti per continuare a produrre queste eccellenze degli orti di mare. Ci sono a rischio migliaia di posti di lavoro e la chiusura di filiere».