ROVIGO – “Gli altri saranno fortunati, noi siamo i migliori”. Ottimista, generoso, lungimirante ed estremamente professionale. Tutti quelli che lo hanno conosciuto, concordano sul giudizio nei confronti di Willy Pagani, di cui non solo il mondo della medicina sente una grande mancanza.
Il Lions Club di Rovigo ha organizzato lo scorso venerdì 14 aprile, in Accademia dei Concordi, un omaggio al compianto Accademico dei Concordi, Direttore della struttura di Dermatochirurgia Oncologica dell’UlSS 5, Past Governatore Lions. Il ricordo è stato seguito dall’incontro “Melanoma: un tumore che può e deve essere fermato”, a cura di Federica Osti, medico chirurgo specializzata in dermatologia e venereologia.
«Ho visto per la prima volta Willy Pagani – ha esordito Giovanni Boniolo, presidente dell’Accademia dei Concordi – a 14 anni: entrambi giocavamo a pallacanestro. L’ho rivisto anni dopo come medico: di lui ho ammirato la modestia e il senso di solidarietà. Socio accademico dal 2002, è stato un esempio per tutti di concordia e attenzione alla sua città».
«Il Lions Club – le parole del presidente Ruggero Zambon – vuole rendere omaggio a una figura esemplare del territorio e proporre una riflessione in linea con l’Agenda 2030, in particolare con il punto 3, relativo a Salute e Benessere. Interessante notare come il 6 maggio ricorra il “Melanoma day”, iniziativa a livello nazionale a sostegno della prevenzione primaria e secondaria, e che tutto il mese di maggio sarà dedicato, a livello internazionale, alla prevenzione del melanoma e dei tumori cutanei».
Introdotti da Giorgia Brandolese, sono intervenuti alcuni relatori che hanno tracciato un ritratto umano e professionale di Pagani, la cui figlia ha mandato in sala una lettera per ringraziare dell’iniziativa.
Antonio Conz, medico e Past Governatore Lions, ha raccontato di aver conosciuto Pagani 23 anni fa nel Lions Club. «Nel 2000/2001 – ha detto – lui era governatore e, per la nostra profonda amicizia e stima reciproca, mi ha chiamato a collaborare con lui. Poco prima mia figlia aveva avuto la leucemia, quindi mi adoperavo per raccogliere fondi per la Città della speranza: abbiamo dato vita a un osservatorio sulla salute e al Progetto Martina, ancora attivo. Si è anche occupato della mia salute, con un intervento delicato che mi ha salvato la vita e la carriera. L’ho sentito fino al giorno prima del suo ultimo ricovero: era convinto che in pochi giorni sarebbe stato dimesso».
«È difficile separare la figura del medico da quella dell’amico – ha aggiunto Dario Nicoli, giornalista e Past Governatore Lions Distretto 108Ta3 – Pagani era stato presentato ai Lions dal suo primario, che lo definiva una persona entusiasta, appassionata e con la personalità da leader. Aveva la massima attenzione per il Polesine, in particolare per la cultura, tanto che in un incontro ha invitato Raffaele Peretto e Sergio Garbato per ideare iniziative a favore del territorio. Il suo motto era “Coinvolgere ed essere visibili».
«Un medico gentile – il commento di Federica Osti – che ho conosciuto da bambina e che, alla mia iscrizione alla facoltà di medicina, mi ha regalato il suo libro di anatomia, che ancora oggi conservo come un prezioso amuleto. Quando ho fatto con lui il praticantato, ero ammirata dalla precisione e dall’agilità con cui le sue grandi mani facevano interventi precisissimi in zone minuscole dei volti dei pazienti. Ancora più illuminante per me è stato il suo atteggiamento verso pazienti e colleghi: prima di entrare in sala operatoria camminava per il reparto salutando tutti con la stessa gentilezza e lo stesso rispetto».
La dottoressa Osti ha poi descritto il melanoma, per far capire i fattori di rischio e gli elementi utili per la prevenzione e la cura, sottolineando che i melanociti esistono soprattutto nella pelle ma anche in zone più interne del corpo. I progressi della scienza hanno migliorato sensibilmente le tecniche diagnostiche e le cure, facendo alzare molto il tasso di sopravvivenza a questo genere di tumore.
«In realtà – ha aggiunto – l’incidenza di questa patologia è in aumento per la crescita di abitudini scorrette, tra cui i lettini abbronzanti e l’esposizione al sole in orari inadatti: le ustioni sono un fatto di rischio, che induce mutazioni nel Dna cellulare. Chiunque dovrebbe osservare il proprio corpo per verificare la presenza di nei nuovi o in trasformazione, tenendo presente anche la familiarità. Esistono melanomi tipici per ogni età, con un’incidenza maggiore nei maschi. La raccomandazione maggiore è quella di controllare l’esposizione al sole o limitarla; in caso contrario è bene usare delle creme o dei tessuti protettivi».
«Tra i maggiori progressi in questo campo – ha poi concluso Osti – c’è il dermatoscopio, uno strumenti non invasivo che è in grado di verificare in velocità la presenza di nei sospetti o pericolosi».