ROVIGO – Le vicende riguardanti il futuro dello Stadio Gabrielli di Rovigo si tingono di nuove sfumature, altri colori si aggiungono a una tavolozza che più policroma di così non potrebbe essere.
Dopo che una folta delegazione del Rovigo SSDRL ha incontrato il Sindaco Edoardo Gaffeo, pare mancasse solo l’amministratore unico Maurizio Formenton, che a dire il vero si vede comparire non molto di sovente sebbene sia il solo titolato a rappresentare la società calcistica rodigina, è di queste ore la notizia che, a seguito di decreto ingiuntivo, alcuni conti correnti del Rovigo Calcio sarebbero stati pignorati.
Questa novità è un ulteriore importante tassello di un mosaico che giorno dopo giorno si va sgretolando e potrebbe far crollare tutta l’impalcatura di proclami lanciati finora dai vertici del Rovigo Calcio.
A questo punto viene da chiedersi come possa una società, che a detta dell’imprenditore ferrarese Roberto Benasciutti sarà portatrice di investimenti capaci di assicurare un possibile futuro dorato per i colori biancocelesti, essere credibile quando, il giorno dopo aver dato notizia di ciò sulla stampa, si vede pignorare i propri conti correnti? Oltretutto, è sempre bene ricordare che Benasciutti, nonostante sia stato ricevuto dal primo cittadino di Rovigo come il principale interlocutore della società, ad oggi nulla rappresenta all’interno della compagine rodigina. Possono piacere o no, ma questi sono i fatti!
Se è difficile trovare imprenditori capaci di scendere in campo e mettere a disposizione risorse proprie per assicurare un futuro più roseo al calcio rodigino, occorre tuttavia evitare il rischio di lasciarsi incantare dalle solite sirene con i loro programmi solo enunciati e difficilmente verificabili. Allo stesso modo, è bene sottolineare che la nostra città non ha bisogno di investitori “fumosi” o del tipo “mordi e fuggi” come, purtroppo, è successo anche in un recente passato. Rovigo, anche per quanto concerne le vicende collegate allo sport, esige scelte lungimiranti e chiarezza.
Ma a questo punto, facciamo noi una proposta. Perché non ripartire da una terza o da una seconda categoria con tutte le società calcistiche di Rovigo interessate a un progetto comune che parta dalla Base e con la collaborazione di tutti i settori giovanili con l’obiettivo per dare soluzione a una vecchia storia che deve finire?
Su questa telenovela deve comparire la parola fine. Basta proclami, occorrono fatti: il Comune riunisca intorno a un tavolo le società che hanno legame col territorio. E si riparta.
È un atto di coraggio che l’Amministrazione Gaffeo – dopo un anno di tentennamenti – deve fare e nel frattempo calendarizzi gli interventi, improcrastinabili, sull’impianto per mettere in sicurezza ragazzi, pubblico, calciatori ed anche le eventuali società che dovessero farne uso.
Non è più il tempo delle deroghe. Se non c’è sicurezza si chiuda il Gabrielli. Senza se e senza ma!