ROVIGO – Nel filone dei grandi anniversari della musica, la rassegna Antichi Organi del Polesine ha proposto sabato 12 novembre un concerto straordinario per la città di Rovigo: allo storico organo della concattedrale del Duomo il Maestro Giovanni Feltrin e il soprano Maria Lucia Bazza hanno interpretato brani di Maximilian (Max) Reger nel centenario della sua morte.
La manifestazione, organizzata dall’associazione Asolo Musica e inserita nel circuito regionale “Cantantibus Organis”, è stata realizzata grazie al finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Veneto, della Provincia di Rovigo e dei Comuni di Rovigo, Adria, Costa di Rovigo, Lendinara, Porto Tolle, Villanova del Ghebbo, in collaborazione con il Conservatorio Statale di Musica “F. Venezze” e con il sostegno economico di RovigoBanca.
Esistono alcuni compositori nella storia della musica che probabilmente sono troppo bravi per avere successo: personalità la cui esagerata maestria finisce per disorientare la capacità di comprensione del pubblico. Max Reger non suonava l’organo, era l’organo; non componeva fughe, piuttosto ‘ci viveva dentro’, come ebbe a dire egli stesso.
La rassegna, giunta alla sua XIV edizione, lo ha voluto celebrare dedicandogli l’evento inaugurale e chiamando alla tastiera un suo attento studioso ed esecutore, Giovanni Feltrin, concertista di fama internazionale, docente di Pratica organistica e Canto Gregoriano al Conservatorio “Venezze” di Rovigo e Organista titolare della Cattedrale di Treviso. Quest’iniziativa culturale, di grande rilievo e prestigio nel panorama musicale, ha inteso contribuire a far meglio conoscere il più importante compositore per organo dopo Bach, purtroppo poco conosciuto ed eseguito in Italia.
Johann Baptist Joseph Maximilia Reger (Brand 1873 – Lipsia 1916), compositore, organista, pianista, docente di composizione tedesco, è stato un autore molto intenso sul piano armonico e su quello della complessità della tessitura polifonica, essendo uno dei più raffinati studiosi del ‘900 di scrittura organistica e pianistica. Ebbe grande rispetto per le forme classiche: una particolare condensazione tra contenuto di interiore vitalità irrazionale ed esteriore regolazione formale.
Suonare Reger è tostissimo. Il fatto è che pochi organisti sono così bravi da interpretarlo in modo così passionale e musicale da renderlo piacevole. E poi è anche difficile trovare organi adeguati, con la dovuta potenza e profondità. È possibile affermare che, freddo a parte, scegliere il Duomo rodigino, e in particolare il grande organo ivi custodito, per la commemorazione del grande compositore, si è rivelata una felice intuizione.
Lo strumento, costruito dall’organaro Giuseppe Cipriani di Stanghella nel 1858, successivamente modificato e ampliato dalle ditte Pugina (anch’essa di Stanghella) nel 1930 e Tamburini nel 1960, e infine restaurato più di recente dalla ditta Paccagnella di Padova, ha dimostrato, con la sua voce spiccatamente sinfonica e la sua potenza sonora, di adattarsi splendidamente alla letteratura di Max Reger, che ne ha valorizzato le sonorità.
Per il concerto, iniziato dopo gli indirizzi di saluto al pubblico da parte del parroco don Gabriele Fantinati e del consigliere di RovigoBanca Ferdinando Pezzuolo, gli interpreti hanno selezionato musiche interamente regeriane. Il programma ha mostrato del musicista il versante più luminoso e insieme più delicato, lontano dagli accenti drammatici della Fantasia Inferno op.57 e dalle oscurità delle ultime opere per organo, che riflettono la crisi dell’epoca romantica e del linguaggio tonale.
Così, dopo un suggestivo esordio a voce sola nel quale Maria Lucia Bazza ha cantato il corale Wie schön leucht’uns der Morgenstern (“Come brilla per noi la stella del mattino”), Giovanni Feltrin ha eseguito l’omonima Fantasia op.40 n.1, composta nel 1899; il duo ha poi presentato quattro Lieder sacri tratti dall’op.137, composti due anni prima della prematura morte dell’autore, e infine l’organista ha concluso con il secondo libro dei 12 Pezzi op.65 (1902), di gusto più spiccatamente romantico.
I pezzi interpretati richiedevano un grande controllo e una notevole maturità musicale per eseguirli al meglio. Feltrin ha dimostrato una eccellente tecnica e una padronanza invidiabile dello strumento. Ottima l’interpretazione e buona è stata anche la velocità con cui ha suonato. Tanti suonano Reger in modo troppo veloce. Prova superata a pieni voti anche per il giovane soprano Maria Lucia Bazza, che frequenta il terzo anno del Triennio Accademico di Primo Livello presso il Conservatorio “F. Venezze”. Gli applausi del pubblico hanno siglato una serata decisamente da ricordare.
Il prossimo appuntamento con la rassegna “Antichi Organi del Polesine” è in programma giovedì 8 dicembre ad Adria, nella Cattedrale dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, con l’organista ed improvvisatore di fama internazionale Eugenio Maria Fagiani.