ROVIGO – Numericamente meno numerosi di parrucchieri ed estetisti e per questo non ancora balzati agli altari dell’opinione pubblica.
I mobilieri ed i serramentisti, vogliono far sentire la loro voce per una discriminazione sancita dall’Allegato 23 del D.L. del 12 Marzo 21, riportante l’elenco delle attività aperte al pubblico operanti nelle zone definite rosse.
«Date le ampie metrature, funzionali all’esposizione della propria produzione – afferma Ernesto Spinello, presidente della Categoria Legno di Confartigianato Polesine – sino ad oggi, il Governo aveva equiparato i nostri showroom ai saloni di vendita auto, permettendo quindi l’apertura al pubblico nell’osservanza delle regole anti contagio. Inspiegabilmente, con le indicazioni riportate nell’Allegato 23 dell’ultimo Decreto Legge, sono ammesse le aperture delle sole attività del commercio di autoveicoli, motocicli e relative parti ed accessori, ignorando e discriminando le realtà artigiane che possono contare sulle stesse condizioni di logistica e vendita, senza minimamente pregiudicare la sicurezza della clientela».
«Tenuto conto che tra gennaio e agosto 2020 le vendite al dettaglio di mobili ed articoli tessili e di arredamento per la casa sono scese del 17,8% (*fonte centro studi Confartigianato) per tanti imprenditori artigiani operanti nel settore legno, queste decisioni governative – prosegue il Dirigente di Confartigianato – possono fare la differenza tra sperare in una seppur difficile ripartenza o mandare in seria difficoltà la propria attività.
«Ci auguriamo – conclude Ernesto Spinello – che questo nostro grido di protesta, possa giungere al Governo Draghi perché possa quanto prima mettere mano ad una decisione che incarna una profonda ingiustizia a carico di un artigianato da molto tempo sofferente».