ROVIGO – «Il governo acceleri nelle erogazioni economiche promesse; i contanti debbono essere disponibili nei conti delle aziende al massimo entro una settimana, altrimenti le imprese non avranno il tempo di programmare la ripartenza, non potranno pagare i debiti accumulati, i fornitori, gli stipendi e riattivare la filiera economica. E da chiuse a fallite il passo sarà brevissimo.
Ci si attende che questo Governo affronti con determinazione questa situazione sanitaria che ha creato all’economia una crisi da tempi di guerra. Le banche devono erogare senza eccessiva burocratizzazione e, se serve per accelerare, il Governo emani immediatamente un provvedimento che introduca lo scudo penale per i Cda delle banche, salvo dolo o colpa grave. Ci vuole fermezza».
Questo il pensiero di Marco Campion, presidente di Confartigianato Polesine che sintetizza in tre parole l’alchimia necessaria che serve alle imprese e che deve mettere in atto il Governo per non far tracollare il nostro sistema economico: sburocratizzare, accelerare e finanziare.
«Ricevo fortissime pressioni dagli associati, preoccupatissimi perché la situazione è gravissima. Si registrano più del 95% di insoluti scaduti a fine marzo e dal Governo sento solo parole e non si vedono fatti. Siamo sull’orlo del baratro. Qui nel nostro Territorio, già connotato da una fragilità imprenditoriale, rischia di riuscire a riaprire sì e no una impresa su 10 in particolare quelle piccole e se così sarà, sarà un dramma irrecuperabile.
Servono velocità nell’accesso al credito, sburocratizzazione delle procedure e l’immediata disponibilità della liquidità promessa dal governo alle aziende attraverso il sistema bancario, altrimenti è inutile parlare di riaperture o di riavvio dell’economia; sarà un dramma economico e sociale dal quale non ci rialzeremo, perché mancheranno il lavoro, la filiera economica, l’occupazione e gli stipendi a decine di migliaia di famiglie».
«Dall’esplosione del Coronavirus ad oggi, infatti – prosegue il Presidente di Confartigianato Polesine – ormai l’intero sistema delle micro, piccole e medie imprese, che compone oltre il 90% del nostro tessuto economico, è congelato, immobile, e continua ad accumulare passivi. Sta passando troppo tempo, le aziende non fatturano, non incassano non hanno più liquidità residua. Come sistema Italia siamo già in pesante ritardo, occorre accelerare sui piani concreti di ripartenza, non parlare ma poi non fare».
Per il presidente dell’associazione degli artigiani di Piazza Duomo, infine, «Bisogna pianificare una strategia economica di ripartenza, con stanziamenti reali e disponibilità immediata. In questa guerra gli altri Paesi lo stanno già facendo, anche con stanziamenti a fondo perduto, la mentre qui sul territorio i nostri distretti economici, un tempo eccellenze invidiate nel mondo si stanno disgregando, smaterializzando, polverizzando, mentre i politici continuano a parlare».