ROVIGO – La città che si specchia e si fa bella attraverso gli sguardi dei giovani artisti. Questa è la positiva impressione che si poteva ricavare visitando la mostra “La città, il visibile e l’invisibile” che ha presentato al pubblico, nella sala della Pescheria Nuova, i lavori migliori realizzati in un anno scolastico dai ragazzi del liceo artistico Celio Roccati.
L’esposizione, che è rimasta aperta al pubblico dal 2 al 6 giugno, raccoglieva i prodotti creativi eseguiti attorno a un unico tema: la città. Sono state utilizzate le tecniche e i materiali più diversificati: dal disegno alla creta, dal legno alla ceramica, dall’incisione alla fotografia. Ogni classe, (con i professori Mirella Boso, Silvia Fogagnolo, Stefania Zerbinati, Roberto Pugiotto, Geremia Cocozza, Enzo Pavarin, Veronica Garibaldi, Teresa Palestini ed Enzo Pavarin) dall’indirizzo figurativo a quello plastico e a quello architettonico, ha scelto un motivo particolare su cui riflettere e lo ha declinato in base alla tecnica proposta.
Una sezione di lavori arricchiva attraverso disegni emblematici le lettere del nome Rovigo; alcuni raffiguravano i suoi luoghi più noti; una serie di fotografie ha fatto emergere alcuni dettagli poco conosciuti ma di grande fascino. Di forte impatto emotivo una raccolta di lavori dedicati alle persone, soprattutto donne, colte in momenti non facili della loro vita, quindi con un’espressività potente, in grado di far capire il disagio, la colpa, la frustrazione.
Lodevole una serie di carte da gioco ispirate a Toni Cibotto, ritratto in modo eccellente e dettagliato accanto ad alcuni dei suoi posti più cari. «È stata un’esperienza utile per le classi – hanno detto alcune docenti – perché abbiamo scoperto un forte legame affettivo dei giovani con la città, che criticano per la mancanza di alcune possibilità ma per cui sentono un forte trasporto emotivo. È stato inoltre interessante farli avvicinare a un personaggio così prestigioso come lo scrittore Cibotto, di cui hanno scelto alcune pagine per dare loro un aspetto iconografico».
Nella giornata di chiusura, gli studenti delle quinte hanno fatto una performance creativa per il pubblico, che nelle cinque giornate è stato sempre numeroso e interessato. Mentre uno leggeva un brano dal romanzo Novecento di Baricco, altri hanno collaborato per realizzare un grande disegno che desse forma a una città vibrante e frammentata, di ispirazione cubista e futurista.
Ora tutte le opere torneranno a scuola, anche se la speranza dei ragazzi è che possano avere maggiore valorizzazione negli spazi cittadini.