ROVIGO – Dopo il crollo delle richieste da parte della ristorazione, i limiti agli spostamenti disposti dai decreti hanno letteralmente affondato la domanda di pesce fresco italiano. A lanciare l’allarme è Coldiretti Impresapesca dopo che è stata bloccata l’intera attività della marineria italiana.
Il pesce fresco rappresenta il 90% dell’attività dei pescherecci tricolori. I consumi agroalimentari ai tempi del Coronavirus si sono concentrati soprattutto sui prodotti conservati e surgelati che, in 9 casi su 10 contengono pesce straniero. A cascata si è vista la chiusura delle pescherie e dei mercati ittici all’ingrosso e alla produzione fino ad arrivare allo stop delle attività di pesca.
Coldiretti Impresa pesca ha richiesto al Governo immediati interventi di sostegno alle imprese e ai lavoratori a partire dall’estensione al settore ittico delle esenzioni e delle misure per gli altri comparti produttivi in caso di perdita del fatturato derivante dall’emergenza Covid19, come nel caso in cui componenti dell’equipaggio siano messi in quarantena con conseguente arresto totale dell’attività. Necessarie anche azioni straordinarie di sostegno all’occupazione tramite l’immediata estensione alla pesca della Cassa integrazione salariale operai dell’agricoltura o l’utilizzo della Cassa integrazione straordinaria in deroga. Le norme previste per le attività agrituristiche in merito a mancate presenze e disdette vanno estese anche alle imprese di pesca che svolgono attività di ittiturismo e pescaturismo. Vista l’attuale situazione di emergenza sanitaria, occorrerebbe inoltre concordare con la Commissione Europea un ulteriore periodo di arresto temporaneo dell’attività di pesca. Per garantire una ripresa delle attività Coldiretti Impresapesca sollecita infine la concessione di mutui a tasso zero finalizzati all’estinzione dei debiti bancari, garantiti dallo Stato direttamente o attraverso l’Ismea e strumenti agevolati di accesso al credito.