ROVIGO – Come si scrive un romanzo? Come si svolge la ricerca delle fonti utili a ricostruire il contesto storico? E, soprattutto, come si affronta un argomento così delicato – il dramma del Vajont – rispettando sempre la verità dei fatti e i protagonisti coinvolti?
Sono alcune delle domande che gli studenti e le studentesse delle classi 1A, 1B e 2A dell’Istituto tecnico agrario “Munerati” di Rovigo hanno rivolto al docente universitario e scrittore Gianluca Casagrande, autore del romanzo “Storia di un lago e di una montagna. Un racconto del Vajont”, ospite della scuola nell’ambito di un progetto legato ai 60 anni della catastrofe che, il 9 ottobre 1963, costò la vita a 1.910 persone. Un progetto interdisciplinare sulla sostenibilità ambientale che ha l’obiettivo di far riflettere i ragazzi sulla necessità, più attuale che mai, di un equilibrio nel rapporto tra uomo e natura.
Dopo l’introduzione alla giornata da parte della docente di Lettere, Roberta Benedetto, e la presentazione tecnico-scientifica di quanto accaduto del docente di Fisica, Daniele Cecchettin, (entrambi curatori del progetto), l’incontro con Casagrande è entrato nel vivo suscitando emozioni e curiosità da parte della platea degli studenti.
Il libro si muove su un doppio binario: da un lato la storia della diga che allora era la più grande del mondo, un esempio di elevata ingegneria idraulica che tutti gli esperti internazionali guardavano con ammirazione; dall’altro la storia d’amore tra Vittorio, giovane romano laureando in ingegneria in tirocinio al Vajont, e Margherita, fatta di tenerezze e approcci tipici degli anni ’60 del Novecento, tra feste da ballo e timide uscite. Un rapporto d’amore nato all’ombra della diga che avrà un epilogo drammatico. La piccola storia nella grande storia, per empatizzare con i protagonisti di allora ed entrare davvero in quel mondo.
L’autore non ha risparmiato il racconto di esperienze personali e dettagli che lo hanno portato alla stesura definitiva del testo, rivelando ai ragazzi molti retroscena e particolari.
Gli studenti coinvolti nel progetto ora lavoreranno alla trasformazione del romanzo in una lettura espressiva-drammatizzata, accompagnata da immagini e musiche, da proporre al resto della scuola. Un omaggio da parte delle giovani generazioni a quel territorio tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Per non dimenticare le vittime e ciò che è stato.