ROVIGO – È partito ufficialmente, con l’inizio dell’anno, il progetto di marketing per la promozione della mela di Verona che auspica di diventare presto un marchio con denominazione. Questa operazione coinvolge anche Coldiretti Rovigo. Si tratta di un percorso di valorizzazione del frutto che a oggi è presente in diverse province venete: tra Verona, Rovigo, Vicenza e Padova si concentra circa l’85% delle melicoltura del Veneto. Il progetto è stato presentato ufficialmente nella splendida cornice della Gran Guardia scaligera a dicembre: l’obiettivo è ottenere il riconoscimento IGP (Indicazione geografica protetta) dal Ministero.
L’Igp è un marchio che viene attribuito a quei prodotti agricoli o alimentari per i quali una particolare qualità, la reputazione o un’altra caratteristica dipendono dall’origine geografica e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un territorio specifico. L’obiettivo è di tutelare gli standard qualitativi, salvaguardarne i metodi di produzione, fornire ai consumatori informazioni chiare sulle caratteristiche che conferiscono valore aggiunto ai prodotti. Questo enorme patrimonio informativo per il consumatore è assicurato dal rispetto di disciplinari di produzione.
Il percorso di valorizzazione della mela di Verona ha inizio nel 2020; da qualche settimana il frutto ha uno specifico logo e un apposito packaging che rappresentano la base per l’operazione di marketing che cercherà di promuovere sia l’identità di questo frutto che del suo territorio.
Per quanto riguarda il nostro territorio, sono diversi i comuni inseriti nel disciplinare che vanno dall’alto Polesine ad Adria. Il disciplinare contempla le tre principali e storiche varietà di mele, Gala, Golden e Granny Smith, ma anche Renetta, Pinova, Red Delicious, Fuji, Braeburn, Morgenduft coltivate nelle varie province sopracitate.
«Abbiamo fin da subito sposato questa operazione nata in terra veronese, perché da tempi immemori siamo anche noi produttori di mele – commenta il vicepresidente di Coldiretti Rovigo, Simone Moretti – Il progetto cercherà, innanzitutto, di risaltare questa coltura e si legherà inevitabilmente al territorio. Dietro ogni frutto c’è storia, c’è passione e confidiamo che questo progetto sia in grado di mettere in luce tutti i valori del nostro settore. Il percorso è appena iniziato, ma abbiamo tanto entusiasmo in merito: arriviamo da anni davvero difficili come frutticoltori. Si pensi alla devastazione dovuta alla cimice asiatica, al crollo del prezzo sul mercato, le gelate tardive o il maltempo. E, infine, lavoreremo affinché il progetto di marketing ci aiuti anche dal punto di vista economico: non si può accettare che, in un recente passato, un caffè costasse come 4 kg di mele. Coldiretti da sempre si batte sul riconoscimento del valore del cibo e questo progetto di marketing va in questa direzione, vuole parlare al consumatore e mostrare quale sia il patrimonio agroalimentare italiano e locale».