Marostica (VI) – Ritorna la “Partita a Scacchi a personaggi viventi”, giocata sulla Piazza di Marostica, come da tradizione il secondo weekend di settembre, negli anni pari. Interrotto purtroppo nel 202O per il Covid, l’evento è stato riproposto adesso con le rappresentazioni del 9, 10 e 11 settembre 2022.
Dopo le numerose prove dei figuranti in piazza, si è passati alla prova generale in costume di giovedì 8 settembre, riservata ai familiari degli attori, tutti del paese; per ottenere ciò sono stati allestiti dei camerini a Palazzo Baggio e dell’Oratorio Don Bosco, che hanno accolto i 650 personaggi in costume d’epoca preparati dalla sartoria guidata da Rosanna Moscato, con i materiali contenuti nel magazzino e negli armadi dell’immenso patrimonio della Partita, quali costumi, accessori, calzature e gli oggetti di scena. Nell’area verde dell’Ospedale, è stata allestita la scuderia dei cavalli, diretta da Tiberio Ganassin, con i suoi 17 splendidi esemplari, addestrati per esibirsi nella scacchiera, davanti a migliaia di persone.
Marostica è uno dei borghi murati più belli al mondo, che ha offerto una cornice storica d’eccezione ai figuranti, in ricchissimi costumi rinascimentali, con le musiche suonate dal vivo, i fuochi, gli sbandieratori, i tamburi, i trombettieri, l’incendio del Castello, hanno fatto di questa rievocazione uno dei simboli del folklore e della storia italiana nel mondo.
La leggenda della Partita a Scacchi parte nel 1923 dall’idea di uno studente di organizzare una rievocazione storica a Marostica, con amici trasformati in figuranti nella prima Partita a Scacchi vivi in costume medievale.
La piazza di Marostica fu danneggiata dalla guerra e con il ripristino si progettò di inserire un’enorme scacchiera regolare, direttamente sul lastricato in pietra creato dai Veneziani nel Quattrocento.
L’incarico di scrivere un copione e curare la coreografia dello spettacolo fu affidato a Mirko Vucetich, artista poliedrico che operò nel periodo tra modernismo, futurismo ed il Novecento. Nacque così dal 1954 l’odierna “Partita a Scacchi di Marostica a personaggi viventi”, consacrata con l’invito all’Expo di Bruxelles nel 1957.
Ecco la trama: Una fanciulla bellissima di nome Lionora e due giovani pretendenti pronti a sfidarsi a singolar tenzone per conquistarsi il diritto di impalmarla. Ed un padre, Taddeo Parisio, castellano della città, che non voleva perdere nessuno dei due valenti giovani, entrambi utili alla maggiore gloria del suo nobile casato.
A Marostica, nel territorio vicentino della Serenissima, correva l’Anno di Grazia 1454; la memoria della vicenda veronese di Giulietta e Romeo era ancora vivissima e i duelli per cause d’amore erano banditi anche dal Doge.
Così il saggio Taddeo decise che Lionora sarebbe andata in sposa al pretendente che avesse vinto una partita al nobile gioco degli scacchi; lo sconfitto sarebbe divenuto ugualmente suo parente, sposando Oldrada, sua sorella minore, anch’essa giovane e bella. L’incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella piazza del Castello da basso, con pezzi grandi e vivi, armati e segnati con le insegne del Bianco e del Nero, secondo le antichissime regole imposte dalla nobile arte, alla presenza del Castellano, della sua affascinante figlia, dei Signori di Angarano e di Vallonara, dei nobili delle città vicino e di tutto il popolo. Decise anche che la sfida sarebbe stata onorata da una mostra in campo di uomini d’arte, e da fuochi e luminarie, ballerine, suoni e danze.
E così avvenne. Dapprima sfilarono al suono dei musici il Castellano e la sua corte con Lionora e Oldarda, la fedele nutrice Prudenzia, ed un corteo di dame, gentiluomini, paggi, e ancelle e le splendide ambascerie ospiti.
Poi, scesero in lizza arcieri, alabardieri, fanti schiavoni e cavalieri e tennero una mostra in campo agli ordini del comandante del Castello. Anche i Vessilliferi dei Borghi esibirono la loro bravura con un lancio di bandiere; infine entrarono nel campo di gara i meravigliosi pezzi bianchi e neri con re e regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni.
Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara sedettero al tavolo da gioco e gli Araldi ordinarono le mosse. Al termine della disfida un tripudio di fuochi, luci e grida festose salutarono il vincitore.
Lionora, trepidante perché segretamente innamorata di uno dei due, aveva, con discrezione, fatto sapere al contado che il Castello da basso sarebbe stato illuminato di candida luce qualora la vittoria fosse stata conquistata dal cavaliere che faceva battere il suo cuore, affinché tutti potessero partecipare alla sua gioia.
Oggi come allora l’emozione si rinnova, in una fastosa cornice di costumi preziosi e di gonfaloni, affascinanti dame ed intrepidi cavalieri, scherzose maschere della Commedia dell’Arte, giocolieri, rinnovando negli animi il sapore antico di una appassionante storia d’amore.
Lo spettacolo è molto pittoresco, ricco di emozioni, trasportandoti in un contesto magico, dove sei immerso nella storia di Marostica, degli scacchi, della vita del tempo, ricca di suoni, colori, professioni, di immagini, animali e mille altre sfaccettature.
Purtroppo, la pioggia ha interrotto due volte l’evento, nonostante gli operatori della manifestazione abbiano cercato di spazzare l’acqua ed asciugare la piazza; il marmo rimaneva molto scivoloso, troppo pericoloso per i cavalli e le ballerine, gli stesso sbandieratori, per cui la partita vera e propria è stata accorciata, più narrata che recitata, arrivando al finale del matrimonio delle due sorelle, con il trionfo dei fuochi d’artificio dalla torre del castello, perché l’amore vince sempre!