ROVIGO – Lunedì 28 gennaio con inizio alle ore 18 presso l’Auditorium del Conservatorio in via Pighin, la Scuola Media “Francesco Venezze” dell’Istituto Comprensivo Rovigo 2 e il Conservatorio Statale di Musica di Rovigo presenteranno alla città Memorie: sulle tracce di un popolo errante in occasione della Giornata della Memoria.
La rappresentazione teatrale si sviluppa in una sequenza narrativa che, partendo dalle diaspore del popolo ebraico e dal suo insediarsi in Europa, ripercorre la lenta ma inesorabile ghettizzazione delle comunità, le quali permangono, tuttavia, solide nella loro cultura. Infatti, pur se schiacciate dalla banalità del male durante lo sterminio dei campi di concentramento e dell’olocausto, esse non sono però sommerse bensì salvate dalle numerose testimonianze personali, letterarie, musicali, artistiche e documentali del XX secolo che, riprese dagli studenti, hanno costituito l’ossatura dello spettacolo.
Di particolare rilevanza la ricerca di adeguate fonti musicali realizzate da un ensemble strumentale. I repertori, tutti ispirati alla tradizione ebraica, spaziano da melodie di antiche preghiere alla musica rinascimentale, del Sei e Settecento, da autori del Novecento storico a colonne sonore di famosi film, quali Schindler’s List e La vita è bella. La bibliografia narrativa si è avvalsa di letture tratte da Se questo è un uomo di Primo Levi, La banalità del male di Hannah Arendt, Il sopravvissuto di Varsavia di Arnold Schönberg e da testimonianze documentali di sopravvissuti.
In scena pochi elementi e gesti simbolici – quale ad esempio l’inespressiva maschera bianca posata sul viso degli studenti-attori a indicare la perdita della dignità umana del deportato oppure l’alternanza di silenzi e stridori – contribuiscono a sottolineare l’azione e la recitazione dei ragazzi, mentre le esecuzioni musicali permettono il passaggio senza soluzione di continuità da una sezione narrativa all’altra.
Per rendere maggiormente attuali i contenuti e formare ancor più gli studenti alla cultura del rispetto e della memoria, nonché per sensibilizzare attori e spettatori ai pressoché quotidiani esodi contemporanei si è dedicata la riflessione conclusiva dello spettacolo alle sofferenze dei migranti di oggi.
La cultura, intesa come strumento di accoglienza del diverso, è l’unica via per sollevare la maschera dell’indifferenza, per risvegliare le coscienze e la memoria e impedire che le tragedie del secolo breve continuino silenziosamente ad accadere e ad uccidere.
Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.