ROVIGO – Siamo ai blocchi di partenza per una complicata Fase2. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (il nostro Ministero della Salute ancora non si è espresso) dichiara: “Quando possibile, considera di usare la bicicletta o di camminare. Questo consente di mantenere le distanze di sicurezza e allo stesso tempo quei minimi requisiti di movimento fisico quotidiani“.
Queste considerazioni dovrebbero spingerci a guardare con occhi nuovi e più attenti allo spazio pubblico nei nostri spostamenti, anche, e specie, riferiti alla quotidianità e d’ora (prossima) in avanti. La garanzia degli spazi necessari al distanziamento passa attraverso l’uso e il dimensionamento degli spazi cittadini: strade e marciapiedi. Eppure, a chi può farsi un giro in centro appare evidente che gli spazi delle nostre strade sono dedicati alle auto in sosta o in movimento, in una paradossale situazione che vede una città con gran parte delle saracinesche abbassate ma con tutti i parcheggi saturi.
Questo dimostra la sbandierata teoria che a Rovigo non c’è abbastanza spazio per parcheggiare. Ma oggi, e verosimilmente anche domani, è una teoria che possiamo ancora promuovere? A conti fatti un’auto parcheggiata, e anche una in movimento, in questa contingenza emergenziale (ma non molto diversamente da prima), se va bene, trasporta due persone.
Perseguendo con questa modalità, quanto spazio pubblico verrebbe sprecato? La domanda è connessa a quella che riguarda le necessarie misure di protezione con cui dovremo convivere da qui alla agognata vaccinazione: di quanto spazio avremmo bisogno per garantire il distanziamento sociale? Molto, moltissimo e purtroppo le auto sono un palese intralcio a tutto questo, che siano esse ferme o in movimento.
Pensando anche ad una riapertura delle attività commerciali, il passeggio, com’è noto, è l’anima del commercio. Lo sguardo alla vetrina è la prima scelta di un qualunque cliente e lo faremo (e facevamo) stando all’aperto. Condizionare uno spazio chiuso per garantire quell’aria fresca necessaria ad evitare la permanenza di agenti patogeni è molto più costoso del semplice ricambio d’aria che dà l’apertura di una finestra o una vetrina.
L’Istituto Superiore di Sanità, così come Organizzazione Mondiale della Sanità, consiglia, infatti, di immettere il più possibile aria esterna nei locali chiusi per garantire l’areazione dei locali. Una raccomandazione molto importante che si deve prendere in considerazione, che si tratti di grandi centri commerciali o dell’abitacolo delle automobili, dei mezzi di trasporto pubblico o di piccoli negozi.
In particolare, pensando al piccolo commercio cittadino, si continuerà necessariamente ad utilizzare l’ingresso contingentato per evitare affollamenti, lasciando una parte della clientela ad attendere all’esterno. Lo stesso ragionamento va esteso a bar e ristoranti, che certamente faranno pressione per un aumento dei plateatici, soluzione già ventilata da Confesercenti Rovigo.
Ma quale spazio esterno usare se è tutto occupato dalle auto in sosta? FIAB (e l’OMS) dice: usate la bici! Oltre a decongestionare il traffico e a liberare la città restituendo gli spazi pubbllci ai cittadini, la bici non inquina, aiuta a mantenerci in salute e – è ancora l’OMS a dirlo – previene e contribuisce a curare malattie cardiovascolari, diabete, obesità, depressione.
Soprattutto, dato che l’emergenza continuerà fintantoché non si scoprirà un vaccino, consente di spostarsi mantenendo il distanziamento richiesto. Perché allora non favorire l’uso della bicicletta? In attesa di promesse opere di nuove ciclabili, di manutenzione e collegamento di quelle esistenti, ci accontenteremmo di usare quelle che già ci sono. Invece, intanto, Rovigo insiste pervicacemente ad impedire il transito ciclabile sui percorsi dedicati. Evitiamo gli assembramenti ma almeno lasciateci passare.