“Nel cinema e nella classica” è il nuovo CD composto da cinque brani realizzato da Pino Donaggio, cantautore musicista e compositore veneziano celebre in tutto il mondo, con “I Solisti Veneti”, orchestra che fu il suo trampolino di lancio nella musica.
Donaggio fu grande amico di Claudio Scimone che lo volle come solista – fu nei primi violini – nell’appena fondata orchestra dei Solisti Veneti. E proprio con il Maestro Scimone era nata l’idea di questo progetto che oggi vede la luce.
Dopo la morte di Claudio Scimone, avvenuta un anno e mezzo fa, parlandone con Clementine Scimone, oggi direttore artistico dell’orchestra, Donaggio ha deciso di dirigere I Solisti al posto del suo grande amico.
Nel 2015 e nel 2016 Pino Donaggio ha dedicato ai Solisti una serie molto varia di composizioni raccolta in un CD edito dalla Warner intitolato “Lettere”. Dopo il successo di questo album, Donaggio ha deciso di comporre e dedicare ai “Solisti” altri cinque brani. Da qui la volontà di terminarli e pubblicarli in disco, in virtù della grande stima e amicizia tra il compositore e l’amico Scimone unita all’ammirazione di Donaggio nei confronti dei musicisti dell’orchestra.
Così nel 2019 è nato “Nel Cinema e nella Classica”, album uscito proprio in questi giorni su Spotify e sulle più importanti piattaforme musicali presenti in rete e che, a causa del Covid-19, uscirà appena possibile anche nei negozi di dischi.
Cinque titoli scritti e diretti in studio da Pino Donaggio dei quali tre completamente inediti: “Rimembranza”, “Effetto notte” con solista il clarinetto di Lorenzo Guzzoni e “Concerto per viola e archi”, solista Giancarlo Di Vacri. Mentre gli altri due brani sono ispirati da alcune composizioni che Donaggio realizzò nel passato: “New York Suite” con i temi delle colonne sonore dei film di Brian De Palma (“Blow out”, “The Fan” e “Carrie”) e l’immortale “Come sinfonia”, il suo primo successo discografico in veste di cantautore, che Donaggio ha rivisitato e adattato all’organico de “I Solisti Veneti”.
Per “Effetto Notte” Pino Donaggio racconta: «Un giorno, parlando di progetti con Claudio Scimone, lui mi disse di scrivere un pezzo per Lorenzo Guzzoni, il clarinettista dei Solisti. Ho raccolto l’invito e ho scritto il pezzo ispirandomi come mi è capitato più volte alla notte veneziana, acqua ferma evocata dagli armonici misteriosi degli archi su cui il clarinetto vaga, come per calli, senza meta. È come nel film di Truffaut in cui gli attori sono annodati in relazioni problematiche, il mio protagonista affronta varie fasi musicali, in un pellegrinaggio travagliato che coglie la sua risoluzione solo alla fine».
Mentre “Viola” racconta un amore lontano nel tempo, per una donna misteriosa che fugge, senza lasciare scia: la viola, tessitura intermedia tra il violino e il violoncello è la donna dell’orchestra. Tre tempi per descriverla: angosciata e solitaria all’inizio per maturare poi in amante tenera e ancora in soggetto consapevole dei suoi passi e padrona della sua realtà.
“Rimembranza” porta con sé nel titolo il significato della composizione, spiega Donaggio: «Una visita della memoria ai luoghi del tempo trascorso a indagare il mio violino, al Conservatorio prima, e con i “Solisti Veneti” ed i “Solisti di Milano” più avanti. E più che la lettera dello studio ricordo l’emozione del sentire: il mio rievocare non è tanto la “puntura de la rimembranza” di Dante, quanto il “vago immaginar di tutti i miei sensi” di Leopardi. Perché, come lui, ero allora e resto ancora oggi un irrimediabile romantico».
“New York Suite” è invece una sintesi di tre musiche tratte dalle colonne sonore realizzate da Donaggio per, rispettivamente, “Blow Out”, “The Fan” e “Carrie”. «Ormai il business ha cancellato lo storico studio di Manhattan in cui sono state registrate tutte e tre – spiega Donaggio – ma non ha cancellato però il ricordo dell’emozione dei miei primi lavori con Brian De Palma».
“Come Sinfonia” è l’ultimo brano dell’album. Racconta Donaggio: «Avevo 19 anni quando scrissi la canzone che cambiò la mia vita: presentata al Festival di Sanremo fu subito un successo così grande da impormi il dubbio se il mio futuro stesse nel violino classico o nelle lusinghe delle classifiche Pop; fortunatamente per me fu il mio insegnante di violino a scegliere… mi espulse dalla sua classe, e quindi devo a lui, credo, tutta la mia carriera! “Come Sinfonia” non ha cessato di vivere in tutti questi anni e oggi, cantata da Mina, ritorna alla ribalta nell’ultimo film del regista Pedro Almodovar “Dolor y Gloria”, così ho pensato di riproporla, in versione strumentale, con i “Solisti Veneti”».