ROVIGO – Al termine del girone d’andata, il Sekal è campione d’inverno. Tempo di bilanci anche per il presidente Gionata Morello.
Presidente, qual è il bilancio di questa prima parte di campionato?
«Non può che essere positivissimo, considerando le 7 vittorie su 7 da matricola in Serie D? Non dimentichiamo, però, che il nostro obiettivo (playoff) non è ancora raggiunto».
Con queste sette vittorie, il record di imbattibilità ha raggiunto le 26 giornate. Qual è il segreto?
«Ovviamente bisogna allestire una rosa di qualità e pure di quantità. Quest’anno, esattamente come per l’anno del salto di categoria, abbiamo costruito una squadra che ha dieci giocatori che possono essere protagonisti in Serie D. Abbiamo voluto giocatori non solo bravi, ma anche caratterialmente compatibili con il nostro ambiente perché non deve mancare l’armonia. Poi, chiaramente, c’è il duro lavoro che tutti, giocatori, staff e dirigenza, affrontano ogni giorno. Per eccellere nella tua categoria, devi lavorare come se fossi nella serie superiore: la squadra con gli allenamenti, e la dirigenza per mettere i ragazzi nella miglior condizione di allenarsi».
La città come sta rispondendo a questo record di imbattibilità?
«I tifosi sono letteralmente super. Il palasport, tranne nella partita contro l’ultima, ha sempre raggiunto la capienza massima consentita in questo periodo di pandemia. Da parte delle autorità, invece, c’è sempre stata totale indifferenza, sia nell’anno del salto di categoria (col primo posto su 70 squadre del Veneto) e pure ora che siamo a quota 26 vittorie consecutive. Dispiace, ma ce ne faremo senz’altro una ragione».
Come ha vissuto le dimissioni di coach Maurizio Ventura?
«Malissimo. È stata un’autentica pugnalata. Preferirei non affrontare mai più l’argomento. Il passato è passato. Il presente e il futuro sono coach Luca Gallani, che gode di tutta la fiducia della dirigenza NBR».
Fra le avversarie, chi l’ha maggiormente impressionata e che dunque temerà nel ritorno?
«Tutte le avversarie devono essere rispettate perché con ognuna di loro può arrivare la sconfitta. Mi è piaciuta moltissimo Mestrino, che ha un giocatore, Matteo Frasson, che dovrebbe giocare in categorie superiori».
Dove può arrivare il Sekal?
«Può arrivare ai playoff, ma solo se i ragazzi affronteranno la seconda metà del campionato con umiltà e spirito di sacrificio. Non devono montarsi la testa o adagiarsi».
A chi darebbe il premio di miglior giocatore, in questa prima parte di campionato?
«Tutti i ragazzi sono veramente fantastici, sia dentro che fuori dal campo. Mi piace vederli in allenamento, giocare in partita e poi restare in loro compagnia anche fuori dalla palestra. Se però dovessi sceglierne uno, in questa prima parte darei il premio a Raffaele Guarini. Se è vero che in campo ha alternato prestazioni super ad altre meno convincenti, Raffaele è uno di quei giocatori che tutti vorrebbero in squadra e che ha dimostrato, coi fatti, a quanto ci tenga giocare in NBR».
Il Sekal non è solo Serie D. Cosa ci dice delle giovanili?
«L’Under 19 sta giocando un campionato davvero impegnativo, nel livello Gold, con una formazione che concede uno o addirittura due anni di differenza agli avversari. Probabilmente arriveranno più sconfitte che vittorie, quest’anno, ma una società che punta al futuro, deve prima di tutto pensare di creare giocatori. Solamente giocando con i forti, si cresce. L’Under 13 è un gruppo nuovissimo e molto, molto interessante. Deve lavorare ancora parecchio, ma nel giro di un paio di anni arriveranno parecchie soddisfazioni. E poi abbiamo il settore del minibasket che continua a crescere giorno dopo giorno. L’attenzione che NBR ha verso i giovani è cosa concreta. Basti pensare che in Serie D, che è già un livello di pallacanestro interessante, hanno esordito tre nati nel 2004 (Altafin, Francescato e Manyaka), tre 2005 (Bonfante, Pedroni e Rizzato) sono andati in panchina e un 2002 (Capetta) parte regolarmente fra i titolari. Loro sono il nostro futuro».
Come procedono le collaborazioni con le altre società polesane?
«Premetto che senza collaborazione, in questo momento Rovigo non potrebbe di sicuro iscrivere una Under 19 Gold. Solamente unendo le forze si può pensare ad ambire a campionati giovanili di qualità. Il mio sogno sarebbe quello di vedere di nuovo, dopo vent’anni, un campionato giovanile d’eccellenza in provincia di Rovigo. Ci sarebbe la possibilità puntando sulle annate 2009 e 2010, ma tutti dovrebbero voler collaborare. La nostra Under 19 Gold è formata da atleti “nostri”, ma anche provenienti da Scuola Basket Polesine, A.L.BA. 2015, Bagnolo di Po e Lendinara. Basket San Martino e C.F.S. hanno sposato il progetto già a partire dal minibasket. Con A.L.BA. 2015, poi, abbiamo anche iniziato una collaborazione a livello femminile. Insomma, devo dire che c’è chi ha capito che per competere con il basket che conta, il Polesine deve necessariamente unire le forze».