ROVIGO – Scatteranno il primo ottobre i provvedimenti contenuti nelle ordinanze sindacali, per ridurre le polveri sottili nel periodo autunno-inverno. Le ordinanze resteranno in vigore fino al 30 aprile 2024.
In riferimento alle indicazioni in atto sulle misure antinquinamento richieste, come ha spiegato l’assessore allo Sviluppo sostenibile Dina Merlo, affiancata da Lorena Di Berardino dell’Ufficio Ambiente, sono state emanate due Ordinanze, una relativa alla limitazione del traffico e una al controllo delle emissioni da combustioni di biomasse. Le Ordinanze emanate sono analoghe a quelle dell’anno scorso, che già avevano recepito il blocco degli automezzi diesel euro 4 anche nel periodo di allerta verde, con blocco degli euro 5 in caso di allerta arancione e rossa, dopo la sospensione accordata nel periodo di emergenza Covid 19, oggi concluso.
Sono state confermate varie deroghe per motivi di servizi di emergenza, sicurezza e attività lavorative, oltre che per esenzioni economiche e sociali legate sempre comunque al grado e al livello di emergenza che è sempre graduato in tre livelli: verde, arancione, rosso. Gli obblighi previsti dalle ordinanze sindacali di limitazione del traffico e delle combustioni, decise e concordate a livello regionale, sono azioni che intervengono in funzione dell’intensificarsi del livello di inquinamento, misurato da Arpav tre volte alla settimana e che saranno comunicate attraverso il sito e i canali informativi del Comune.
Saranno riproposte le domeniche ecologiche che, oltre a consentire alcune domeniche di stop al traffico con evidenti effetti benefici, avranno sempre la funzione di sensibilizzazione sul problema di riduzione dell’inquinamento.
Unica novità è rappresentata dalla prossima introduzione della Misura “Move in” che prevederà, non appena la Regione la renderà operativa, la possibilità di inserire volontariamente una sorta di scatola nera che consente di misurare i chilometri percorsi nelle auto oggetto di limitazione, all’interno di limiti annuali ben precisi.
Le ordinanze prevedono anche comportamenti individuali virtuosi che possono permettere di difendersi dall’inquinamento, ma contemporaneamente di contribuire a ridurre i consumi energetici. In particolare, è molto efficace usare come mezzo di trasporto abituale la bicicletta e i mezzi pubblici quando è possibile, ridurre al minimo il riscaldamento nelle ore di assenza da casa, lasciare spenti gli apparecchi elettrici quando non si usano, spegnere il motore al semaforo, come previsto dall’ordinanza sindacale, tenere le porte chiuse dei negozi e dei locali, utilizzare l’impianto di riscaldamento a metano in alternativa a stufe a legna o pellet.
Si sta avvicinando il periodo dell’anno di maggiore concentrazione degli inquinanti emessi nell’aria, causato anche dalle condizioni atmosferiche di scarsa ventilazione e formazioni di nebbie. È un problema comune alle pianure delle regioni del Bacino Padano, particolarmente concentrato nelle basse pianure come il Polesine, che provoca accumuli di polveri sottili che peggiorano la qualità dell’aria.
Le disposizioni sono state confermate, a seguito dell’incontro del Comitato di Indirizzo e Sorveglianza tenutosi lo scorso 21 settembre in Regione. Durante la riunione l’assessore regionale ha ribadito la necessità di mantenere alta l’attenzione e la tutela della qualità dell’aria attraverso impegni comuni a tutte le città capoluogo, ma anche estesi a tutti i centri urbani, per concorrere a limitare il traffico e le emissioni di PM10 dovute alle combustioni di biomasse. È stato ricordato che questo obbligo deriva anche da una recente condanna europea per insufficienti azioni di contrasto all’inquinamento da PM10 nel periodo 2008-2016 con relativa procedura di sanzioni, per la quale tutti gli Enti locali Regioni, Province e Comuni, sono chiamati a rispondere con atti concreti di riduzione dell’inquinamento. In particolare, si mettono in atto le indicazioni del Piano regionale relativo alla qualità dell’aria e le misure straordinarie che la Regione Veneto, insieme alle altre Regioni dell’Accordo di bacino padano, hanno concordato con la Delibera regionale 238 del 2021.
L’assessore Merlo ha inoltre, comunicato i dati più recenti relativi alla situazione di Rovigo.
Ricordando che il livello di allerta arancione si verifica con 4 giorni consecutivi di superamento del limite giornaliero di 50 microgrammi di polveri per metro cubo d’aria, mentre l’allerta rossa coincide con 10 giorni consecutivi di sforamento, segnalati dalle rilevazioni di Arpav.
Alla data attuale del 29 settembre 2023 i superamenti del limite massimo giornaliero di PM10 sono stati 26, quindi per la prima volta non è ancora stato raggiunto il limite massimo dei 35 sforamenti all’anno, mentre negli anni scorsi tale limite veniva già superato a febbraio/marzo.
In riferimento ai valori storici negli ultimi anni sono stati rispettati i limiti medi annuali previsti dalle Direttive UE delle PM10 con un massimo di 40 microgrammi di polveri per metro cubo d’aria come valore medio annuale, mentre sono il numero di 35 sforamenti giornalieri che negli anni scorsi sono sempre stati superati con il limite massimo di 50 microgrammi. Andando indietro negli anni, nel 2011 e 2012 siamo partiti rispettivamente con 98 e 91 giorni di sforamento, che negli anni successivi si sono abbassati, seppure con una variabilità annuale legata anche alle condizioni meteoclimatiche, sempre comunque sopra il limite dei 35 giorni. Nel 2019 si sono registrati 69 sforamenti, nel 2020 erano 84 mentre nel 2021 siamo arrivati a 53 sforamenti, infine nel 2022 sono stati 65.
«È evidente – ha concluso Merlo – che la tendenza registra una lenta evoluzione positiva, che necessita però di azioni importanti per riportarsi sotto il limite di legge e di sicurezza, che richiedono continuativi ed efficaci interventi pubblici di efficientamento energetico e mobilità sostenibile, che il Comune di Rovigo sta mettendo in atto come riportato in un recente incontro sul tema, ma anche con la diffusione di comportamenti individuali più responsabili».