ROVIGO – L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) ha riscontrato delle violazioni della norma sulle pratiche sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agroalimentare relativamente ai contratti sul latte stipulati con gli allevatori italiani dalla multinazionale francese Lactalis, i cui rappresentanti saranno presto ascoltati al Ministero. La vertenza è stata aperta dalla Coldiretti a settembre con la denuncia della multinazionale francese Lactalis (che ha acquisito i marchi italiani Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani, Cadermartori e Nuova Castelli) per aver modificato unilateralmente il contratto con gli allevatori fornitori di latte, diminuendo i prezzi riconosciuti e introducendo anche un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani, già fortemente penalizzati dal caro costi.
Come ha sottolineato il presidente nazionale Ettore Prandini, si tratta solo della prima vittoria di una battaglia che sarà lunga e difficile a tutela del reddito delle nostre imprese. Si chiede che Lactalis paghi anche la differenza agli allevatori danneggiati, ricordando che si tratta dell’applicazione del decreto legislativo n.198 dell’8 novembre 2021 fortemente voluto dalla Coldiretti contro le pratiche sleali nella filiera. La norma prevede che i prezzi pagati ad agricoltori e allevatori non scendano mai sotto i costi di produzione «…e la Coldiretti è stata la prima ed unica a voler applicare – sottolinea Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo – abbiamo iniziato con il latte, ma siamo pronti ad agire su tutte le filiere per impedire altre pratiche sleali contro gli agricoltori».
«Questa iniziativa è coerente con la mobilitazione svoltasi a Bruxelles – specifica Salvan, presidente di Coldiretti Rovigo – dove la Coldiretti ha manifestato in piazza e presentato il piano “Non è l’Europa che vogliamo” ai principali rappresentanti istituzionali”.
Il presidente Prandini ha avuto modo di essere ricevuto a un tavolo dove erano presenti la premier italiana Giorgia Meloni, il commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, i Governatori Michele Emiliano e Alberto Cirio e numerosi europarlamentari.
La legge nazionale, infatti ha recepito una direttiva europea, fortemente voluta proprio dalla Coldiretti e indica tra le pratiche sleali pagamenti non connessi alle vendite, contratti non scritti e prezzi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori inferiori ai costi di produzione. Ed è quest’ultima la situazione che – precisa la Coldiretti – si è verificata con la modifica delle condizioni contrattuali che hanno comportato un taglio dei prezzi riconosciuti agli allevatori.
Dopo la denuncia sono scattate le verifiche e sotto la lente dell’Icqrf sono finiti tutti i contratti e le variazioni intervenute da parte della multinazionale. E sono scattate le contestazioni.
Se il procedimento si concluderà con la condanna del più grande gruppo industriale del latte in Italia e in Europa sarà un risultato importante – conclude la Coldiretti – per tutto il mondo agricolo. Molte aziende agricole hanno timore di ritorsioni nel denunciare eventuali illeciti imposti da grandi gruppi industriali e catene distributive e per questo la discesa in campo della rappresentanza degli agricoltori e allevatori quale è la Coldiretti garantisce l’anonimato sulla denuncia della singola impresa e quindi offre un maggiore potere contrattuale.