ROVIGO – Un impegno sul campo importante e continuo nel momento del bisogno. Il Sistema Provinciale di Protezione Civile ha risposto presente all’appello arrivato dalla vicina Romagna, colpita il mese scorso da alluvioni e frane. Sin dalle ore successive a quella terribile tragedia, dal 4 al 18 maggio e in turni di quattro giorni, 28 squadre si son succedute sul teatro della calamità: su attivazione della Regione del Veneto sono stato schierati i Gruppi Comunali di Volontari (GCV) di Porto Tolle, Fiesso Umbertiano, Rhodigium (Rovigo), Adria, Villanova del Ghebbo, Papozze, Ceregnano, Fratta Polesine e Nucleo Provinciale Polesine oltre ai Gruppi Volontari (GV) di Occhiobello-Stienta e San Martino di Venezze e al Gruppo Intercomunale Volontari (GIV) Isola di Ariano mentre su attivazione del Dipartimento Nazionale sono scese in campo squadre di Fiesso Umbertiano, Ceregnano, Altopolesine, ANA (Associazione Nazionale Alpini) Sezione di Padova – squadra Eridano, con alcuni reparti che son tornati a più riprese nei luoghi dell’emergenza.
La situazione che il personale ha dovuto affrontare, come testimoniato al rientro in Polesine, è stata particolarmente difficile anche per via delle dimensioni dell’area colpita, che si estende dalle colline alla pianura fino al mare: l’acqua, in alcune zone, è arrivata all’altezza record di 6 metri seppellendo ogni cosa. «Peggio di un terremoto, c’è chi ha perso tutto – il racconto di alcuni volontari – la popolazione locale è provata ma affronta il movimento con dignità e lavora per tornare quanto prima alla normalità». Anche sull’Appennino, popolazione e soccorritori si sono anche trovati insieme, temporaneamente isolati nelle comunicazioni, nell’energia elettrica e nei collegamenti, tanto che i rifornimenti arrivavano dal lato toscano, ma hanno continuato per giorni a lavorare instancabilmente, gomito a gomito.
«La Protezione Civile – rileva Monica Gambardella, Capo Servizio Protezione Civile della Provincia di Rovigo – con la sua complessa macchina dei soccorsi ha dato e fatto il massimo possibile date le che le condizioni, ricevendo la gratitudine delle amministrazioni locali e regionali emiliano-romagnole. Tutti hanno voluto essere vicini, organizzazioni, uffici e amministratori: chi ha operato in loco, chi ha preparato le squadre, chi ha coordinato le attività, chi ha raccolto materiale utile e fondi, chi ha curato logistica e trasporti».
Tante le attività svolte: prosciugamento aree e locali, pulizia strade, raccolta materiale e arredi, svuotamento locali, soccorso popolazione ed animali, con tutte le attrezzature in dotazione schierate sul campo, dalle pompe medio-piccole alle grandi, dai moduli AIB (Anti Incendio Boschivo) ad alto pompaggio ad attrezzi per la pulizia. Attivato anche l’intero parco mezzi con fuoristrada, furgoni, camion con gru che hanno raggiunto Imola, Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme, Cotignola, Solarolo e Alfonsine.
«Rovigo, terra che nel suo passato ha conosciuto da vicino una terribile alluvione – così Enrico Ferrarese, presidente della Provincia – non ha certo dimenticato la tragedia del 1951 e si è fatta trovare pronta a livello di Protezione Civile rispondendo in modo tempestivo alla richiesta di aiuto arrivata dai nostri fratelli romagnoli. I nostri volontari hanno affrontato con dedizione e spirito di sacrificio questa situazione ma sono e continueranno ad esser pronti a intervenire, qui come altrove».