ROVIGO – Tanto tuonò che piovve, e alla fine le dimissioni di massa sono arrivate; 22 consiglieri comunali hanno decretato la caduta dell’Amministrazione Bergamin. Ben cinque in più dei 17 consiglieri le cui dimissioni sono necessarie per fare cadere il sindaco.
L’atto di sfiducia è arrivato a compimento intorno alle ore 21 del 21 febbraio, del 21° giorno di crisi. I consiglieri dimissionari si erano dati appuntamento dopo le ore 20 a Palazzo Nodari. Le firme sono state depositate dinanzi al segretario comunale Maria Cristina Cavallari, alla dirigente Nicoletta Cittadin e all’avvocato Ferruccio Lembo.
A firmare le dimissioni per sfiduciare il sindaco, staccando di fatto la spina all’esperienza Bergamin, iniziata all’insegna della “ruspa”, sono stati proprio i dissidenti, certificando, innanzitutto, l’implosione della maggioranza di centrodestra.
Nessuna mano, evidentemente, poteva essere più tesa al primo cittadino dopo l’azzeramento della Giunta comunale e la revoca della nomina degli assessori effettuata a fine gennaio, al punto che buona parte degli stessi gruppi della coalizione di governo hanno deciso di dire basta, al pari di quanto da mesi stavano evidenziando alcuni dissenzienti, che hanno così deciso di premiare il proprio malumore.
A firmare ben 13 consiglieri provenienti dai banchi della maggioranza: Fabio Benetti, Luca Gabban, Nicola Marsilio, Stefano Raule, Andrea Denti e Giancarlo Andriotto della Lega; gli ex leghisti Matteo Zanotto e Daniela Goldoni; l’indipendente Alberto Borella; Luca Paron e Carmelo Sergi di Obiettivo Rovigo; Silvano Mella di Presenza Cristiana e Vani Patrese di Forza Italia.
A costoro si sono aggiunti 9 consiglieri dell’opposizione “reale”: Nadia Romeo, Mattia Moretto, Giorgia Businaro e Andrea Borgato del Partito Democratico; i tre consiglieri della lista Menon Marco Bonvento, Mattia Milan e Silvia Menon; Francesco Gennaro dei M5s; più Ivaldo Vernelli. A dire il vero mancherebbe qualcuno dell’opposizione, ma ormai il dado è tratto e nessuno ci fa più caso.
Il verbale di dimissioni arriverà in breve tempo sul tavolo del Prefetto di Rovigo, Maddalena De Luca, che provvederà a nominare un commissario che dovrà traghettare l’Amministrazione Comunale verso nuove elezioni.
Il ritorno alle urne dovrebbe esserci già a maggio, in concomitanza con le europee, certamente in uno scenario politico confuso e scoppiettante nel quale avranno modo di farsi sentire sia i dimissionari, autori della caduta, sia i lealisti in cerca di rivalsa.
E nel frattempo tutti a casa: il sindaco Bergamin, sfiduciato, tornerà al suo lavoro e gli altri tutti a capofitto verso nuove elezioni, studiando strategie e alleanze per cercare di tornare a sedere nuovamente a Palazzo Nodari.
E per molti non sarà affatto facile, sia a destra che a sinistra.