ROVIGO – Debutto, questa mattina, per lo scontrino elettronico. Obbligatorio, per ora, per tutte le attività artigiane, commerciali e di somministrazione con volume d’affari superiore a 400mila euro, rivoluzionerà il punto cassa e l’amministrazione di un consistente numero di imprese venete. Infatti, si passerà dall’attuale cassa “fisica” a un’infrastruttura completa e certificata con la funzione di memorizzazione e invio dei corrispettivi, con la garanzia di una connessione sicura e inalterabile diretta all’Agenzia delle Entrate.
Positiva l’emanazione della circolare dell’Agenzia delle Entrate del 29 chiesta a gran voce dalla Confartigianato Imprese Veneto, con cui si prevede che: “tutti i soggetti obbligati alla trasmissione telematica dei corrispettivi sin da oggi, 1° luglio, potranno adempiere al nuovo obbligo entro il 31 agosto senza incorrere in sanzioni, indipendentemente dalla messa in servizio o meno del registratore telematico”. Ciò significa che le imprese coinvolte avranno più tempo per adeguarsi tecnologicamente e, nel frattempo, potranno continuare ad emettere scontrini, ricevute fiscali e ad annotare i relativi importi sul tradizionale registro cartaceo.
«Ci voleva più tempo – sostiene una nota di Confartigianato Polesine – perché questa scadenza ha già creato caos anche per via dei ritardi nell’emanazione dei decreti attuativi e delle difficoltà oggettive legate al cambiamento tecnologico in atto. Moltissime le imprese che ci hanno segnalato difficoltà sia nell’installazione dei nuovi registratori telematici, sia nell’adeguare l’attuale misuratore fiscale. Le problematiche nascono, principalmente, dai numerosi provvedimenti che nel corso degli anni si sono susseguiti in merito alla certificazione delle prestazioni di servizi tramite ricevute fiscali e alla necessità di dover “adattare” gli stessi al nuovo adempimento. Ci si riferisce, in particolare, all’obbligo di rilascio del documento commerciale, unicamente per finalità di controllo, all’atto dell’ultimazione della prestazione anche se l’importo della stessa non è determinato o pagato. Come pure all’obbligo di emissione del documento commerciale in presenza di prestazioni eseguite in garanzia, senza addebito di importo, al cliente. Queste e altre particolarità devono essere gestite tramite il registratore telematico».
Su richiesta di Confartigianato Imprese, in relazione a tali situazioni di criticità, nello stesso Decreto “Crescita” è stato previsto che “per un periodo di sei mesi dall’avvio del nuovo obbligo, la non applicazione di sanzioni «in caso di trasmissione telematica dei dati relativi ai corrispettivi giornalieri entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, fermi restando i termini di liquidazione dell’imposta sul valore aggiunto».
«L’operazione – prosegue la nota di Confartigianato Polesine – purtroppo non sarà senza costi per le imprese: artigiani e commercianti, infatti, dovranno sostituire o “aggiornare” i registratori di cassa investendo fra gli 800 e i mille euro. In compenso otterranno un credito d’imposta del 50 per cento entro la soglia massima di 250 euro (50 euro nel caso di ammodernamento di una vecchia macchina)».
In ogni caso, questo è soltanto l’anticipo della vera, importante consistente, “rivoluzione” che arriverà il 1° gennaio prossimo. Secondo quanto appena stabilito dal “Decreto Crescita”, tutte le attività soggette a IVA, quindi anche gli artigiani e i commercianti al minuto con fatturato annuo inferiore a 400.000 euro, saranno obbligate al nuovo scontrino.
«Siamo preoccupati sia per gli artigiani sia per le imprese – conclude la nota di Confartigianato Polesine – che operano in una sede non fisica e nei territori che soffrono la carenza di connessione web. Per questo continueremo a batterci affinché il Decreto possa essere migliorato, consentendo alle imprese di operare con il minor impatto burocratico possibile».