Serata di gala a Villa Badoer per la chiusura di Tra Ville e Giardini 25 anni

Dolcenera con piano solo reçital, fa un viaggio spirituale nell’anima mundi

(Foto: Nicolò Politi)

Fratta Polesine (RO) – Finale con bagno di folla e di musica per la assegna “Tra ville e giardini 25 anni” che ieri sera, 21 agosto, ha concluso il suo itinerario nelle ville e luoghi d’interesse del Polesine, a Villa Badoer, in quel di Fratta Polesine, con il live “Anima mundi – piano solo reçital” di Manu Dolcenera. Diciassettesima data del cartellone.

Piacevole opening act, con uno stile decisamente più etereo, la giovane cantautrice italo- australiana Felicity (Lucchesi), che ha presentato brani originali al piano e un omaggio a Giorgio Faletti, nel decennale della sua scomparsa, riarrangiando e cantando “L’assurdo mestiere”.

La serata è stata introdotta dagli organizzatori istituzionali per i necessari ringraziamenti di rito. Il benvenuto ufficiale è stato affidato all’assessore alla Cultura di Fratta, Cinzia Mantovani, che ha ringraziato la Provincia di Rovigo «per aver scelto Fratta e Villa Badoer per la conclusione di questa importante rassegna, che fa conoscere il nostro territorio abbinandovi l’arte».

La Provincia di Rovigo, che è l’ente promotore e sostenitore di “Tra ville e giardini” era ben rappresentata sul palco e in platea. Un parterre delle serate di gala, con mise sberluccicanti e tutto uno sfavillio di clutch e pochette dorate: in prima fila, il Prefetto di Rovigo, Clemente di Nuzzo con signora.

Il presidente della Provincia di Rovigo, Enrico Ferrarese, ha chiamato un applauso allo stesso pubblico, «che ha animato la rassegna». «Arriviamo a questa serata di chiusura con gande orgoglio – ha ribadito il presidente – e con somma soddisfazione per i risultati ottenuti, in termini sia di partecipazione che di qualità di questi 17 appuntamenti. ‘Tra ville e giardini’ continua a rappresentare l’eccellenza in ambito di spettacolo e cultura di tutto il territorio polesano».

Quindi i ringraziamenti anzitutto agli amministratori e ai sindaci presenti, che sono stati protagonisti di tutto l’itinerario artistico di questa edizione: «Lo sforzo prodotto soprattutto nelle piccole realtà è stato straordinario e ci ha consentito momenti intensi di arricchimento cultuale e sociale», ha aggiunto il presidente Ferrarese. Doveroso grazie poi, a tutto lo staff della Provincia capitanato da Antonia Fruggeri e alla consigliera provinciale alla Cultura Lucia Ghiotti, che ha preso a cuore l’organizzazione. Di seguito, i finanziatori della rassegna: Regione del Veneto e Fondazione Cariparo.

Lucia Ghiotti ha così commentato: «Questa edizione è stata molto varia dal punto di vista artistico: il pubblico si è incuriosito e ci ha seguito data dopo data. Registriamo anche una fascia di spettatori giovani di tante provenienze, anche da fuori provincia. Nel complesso, possiamo dire a ragion veduta, che questa rassegna si è saputa ricavare il giusto spazio nel panorama regionale dei festival estivi».

Era presente il vicepresidente della Fondazione Cariparo, Giuseppe Toffoli, che ha chiosato: «Tra ville e giardini’ ha tutte le caratteristiche per essere finanziata dalla Fondazione perché coinvolge più soggetti nell’organizzazione e, poi, promuove il patrimonio artistico cultuale del Polesine, che è la leva per lo viluppo economico e sociale».

Per ultimo la macchina operativa che allestisce “Tra ville e giardini”, l’Ente Rovigo Festival, rappresentato dal direttore artistico Claudio Ronda, che ha menzionato lo staff logistico-organizzativo-comunicativo che lavora nelle retrovie. «In questi 25 anni – ha detto Ronda – sono passati davvero centinaia di artisti e questo significa che la rassegna è cresciuta ed ormai è diventata parte di questo territorio, tanto che ne siamo tutti orgogliosi. Ad ogni edizione cerchiamo di regalare sempre nuove emozioni proponendo artisti emegenti, accanto a nomi più conosciuti, intessendo così una tavolozza artistica di colori differenti. In più, ad ogni stagione arriviamo almeno in un “luogo nuovo” da scoprire o riscoprire».

Lo spettacolo è stato roboante, come la voce di Dolcenera, molto rock blues, tra l’arrabbiato e il sofferente, che si accompagnava percuotendo e schiaffeggiando il pianoforte. Un concerto del tutto insolito, in cui la cantautrice salentina ne ha evidenziato la parte reçital, facendo leva sulla sua passione per la filosofia. Partendo da Aristotele, che alla teoria della materia, fatta di quattro elementi (Terra, Aria, Acqua e Fuoco) ne aggiunse un quinto, l’Etere, la forza vitale, che è sostanza dell’Anima mundi, Dolcenera ragiona sul fatto che tutte le culture, religioni e società conoscono questi concetti. Il termine Anima mundi era usato dai filosofi platonici per indicare il principio unificante della vita, l’unico organismo vitale in cui si sostanzia la totalità della natura vivente. La felicità coincide sempre con la ricerca dell’equilibrio degli elementi. Tutto può essere ricondotto ai cinque elementi. Anche le canzoni.

Ecco il filo conduttore del concerto: attraverso gli elementi-canzoni arrivare all’etere, che implica connessione/relazione fra tutti i viventi, trovare un equilibrio nel riflettere sulla natura e nel percepire l’elemento di cui siamo fatti; in questo modo si entra in connessione con l’Anima mundi, il divino dentro di noi. Dopo il bano di apertura “Ora o mai più”, Manu è partita con l’elemento Acqua, purificazione, suggerito dal pubblico. Una canzone nata dalla protesta a Milano dei “Friday for future” e dai ritmi basiliani ascoltati in un locale di Lisbona, Amaremare. Poi la Terra, stabilità: “Un altro giorno sulla terra”, scritta come ringraziamento alla vita, dopo aver empatizzato con i bambini delle favelas di Rio, la cui vitalità va oltre ogni difficoltà; “Ci vediamo a casa”, sulla negazione del diritto alla casa. Fra un commento e l’altro, raccontando la genesi dei bani, ha recitato una poesia di Ada Luz Marquez da “Sussurri della terra”. Poi, per l’Aria, il cambiamento, ha ripescato un “vecchio” successo: “Siamo tutti là fuori” la canzone vincitrice delle “Nuove proposte” di Sanremo 2003; quindi una rilettura di “Liberi liberi” di Vasco Rossi, e “l’odiata” (perché molto mainstream) “Il mio amore unico”. Per il quinto elemento, l’Etere, la forza spirituale, ha riproposto l’evergreen Emozioni di Battisti-Mogol; Calliope, quasi una supplica contro la guerra e, per concludere “Com’è straordinaria la vita”. Applausi scroscianti. Il bis, anche se richiesto, non era previsto.

Tra Ville e Giardini è un evento della Provincia di Rovigo, con l’organizzazione di Ente Rovigo Festival, il contributo di Regione Veneto RetEventi e Fondazione Cariparo, in partnership con i comuni di Adria, Ariano nel Polesine, Badia Polesine, Canaro, Canda, Castelmassa, Ceneselli, Corbola, Ficarolo, Fiesso Umbertiano, Frassinelle Polesine, Fratta Polesine, Lendinara, Polesella, Porto Tolle, Rovigo, San Bellino.

Ideazione, progettazione e direzione artistica di Claudio Ronda.