ROVIGO – Denso di emozioni il ritorno “dal vivo” dell’Orchestra di Fiati del Conservatorio Statale di Musica Francesco Venezze di Rovigo che, sotto la direzione di Stefano Romani, ha offerto sabato 3 ottobre 2020 presso il Tempio della Beata Vergine del Soccorso (La Rotonda), un programma ampio e decisamente impegnativo davanti ad una platea che ha registrato il “tutto esaurito” nei posti attualmente consentiti dai protocolli di emergenza covid-19.
La breve presentazione iniziale del direttore del Venezze, M° Vincenzo Soravia è stata l’occasione per ricordare un giovane padre di famiglia, il chitarrista Paolo Ambroso pluridiplomato al Conservatorio di Rovigo, tragicamente scomparso domenica 27 settembre, al quale è stato dedicato il primo pezzo del concerto, essenziale elaborazione di una melodia irlandese del compositore australiano Percy Aldridge Grainger, cui è seguita una più articolata suite su temi popolari inglesi di Ralph Vaughan Williams.
Sono bastate queste pagine per assaporare la solida preparazione solistica e d’insieme delle varie sezioni dell’Orchestra, nonostante i lunghi mesi di sospensione delle prove.
Seguendo la “cifra” caratteristica con cui l’Orchestra si è presentata in questi anni nei propri concerti sono seguite sia trascrizioni, sia composizioni originali che hanno spaziato da celebri temi della musica da film di John Williams e Ennio Morricone a due capolavori wagneriani quali La processione di Elsa da Lohengrin e la Marcia funebre dal Crepuscolo degli dei, solenni riti i cui suoni vibravano ora di soffuso e inquietante mistero, ora di pienezza di luce dei “tutti”, in particolare delle sezioni di ottoni, confermando la sicurezza d’insieme, d’intonazione e dei sempre più impegnativi “soli” di tutta la compagine strumentale di oltre quaranta tra studenti ed ex studenti del Venezze, guidati dalla bacchetta sempre sicura e chiara, ma resa sempre più trascinante nel corso del programma dal direttore Romani.
Se emozionante si è rivelata la musica, il concerto ha tuttavia raggiunto il suo climax nel passaggio di bacchetta a Daniele Bianchi, che insieme a Stefano Romani ha condiviso molte volte la concertazione e la direzione dell’Orchestra, per il sempre commovente Concerto d’Amore di Jacob de Haan con i suoi delicati “soli” dei “legni”. Con la sua consueta umiltà Daniele Bianchi ha accolto l’estemporaneo invito in quella che è stata la sua serata “pubblica” di commiato dal Conservatorio rodigino nel quale, docente titolare di Corno, ha altresì dedicato tante energie, tempo e professionalità alla crescita delle due grandi compagini di insieme dell’istituzione. L’ottima esecuzione e il contesto nella quale essa si è tenuta hanno riscosso gli applausi non solo del pubblico, ma di ovazione della stessa orchestra al suo Maestro.
Dopo Into the Storm di Robert W. Smith, in cui anche la sezione delle fondamentali percussioni ha dato prova di grande solidità in impegnative sequenze ritmiche, sono seguiti ben tre bis che hanno ripercorso alcune tappe del programma.
Da menzionare infine il preziosissimo lavoro di coordinamento musicale di Daniela Borgato che da anni segue e prepara i gruppi e l’efficacissima organizzazione dello staff di studenti dedicato alla prenotazione, gestione dei posti e comunicazione, coordinato da Anna Bellagamba.