Lendinara (RO) – Applausi e apprezzamenti domenica scorsa a Lendinara, nella chiesa arcipretale di San Biagio, per il concerto inaugurale della XVI rassegna “Antichi organi del Polesine”.
La manifestazione, coordinata da Asolo Musica, è stata realizzata grazie al finanziamento del Ministero dei beni e delle attività culturali, della Regione Veneto, dei comuni di Costa di Rovigo, Lendinara, Porto Tolle e Rovigo, con il patrocinio della Provincia di Rovigo e il sostegno economico di RovigoBanca.
Protagonista della serata la formazione veronese composta dal M° Marco Vincenzi, docente di Clavicembalo al Conservatorio scaligero, e il soprano Alessandra De Negri.
Il Duo, che si caratterizza per lo studio approfondito del repertorio barocco e romantico, è da considerarsi un interessante punto di riferimento nel panorama organistico internazionale.
Ad aprire la serata i saluti del parroco don Michele Samiolo che ha espresso viva soddisfazione per la numerosa presenza di pubblico.
A rappresentare l’amministrazione comunale erano presenti il sindaco Luigi Viaro e l’assessore Francesca Zeggio. Il primo cittadino lendinarese, nel ricordare le numerose attività promosse dall’amministrazione comunale, ha evidenziato come queste abbiano, nel complesso, l’obiettivo di favorire la crescita sociale e culturale della comunità e il rafforzamento della rete di relazioni in essere tra i cittadini e le istituzioni.
Ha portato il saluto anche Ferdinando Pezzuolo, in rappresentanza di RovigoBanca, che ha evidenziato come la banca sia da sempre disponibile ad accogliere e sostenere iniziative che mirano alla valorizzazione del territorio e alla salvaguardia del patrimonio artistico e culturale.
Prima dell’esibizione, è toccato al M° Marco Vincenzi illustrare al pubblico il programma della serata che ha incrociato compositori di diverse grandi scuole.
Il filo conduttore del concerto è riassumibile nella proposta di un repertorio, “dal sacro all’opera”, attraverso autori molto noti e altri un po’ meno, dove le timbriche della voce e dell’organo si sono fuse divenendo un unicum particolare.
Allo storico organo “Malvestio”, costruito nel 1926 dalla ditta padovana e, da allora, posizionato dietro l’altare maggiore, il M° Marco Vincenzi ha presentato per organo solo la frizzante e maestosa Fantasia in sol maggiore BWV 572 dal titolo “Pièce d’Orgue”, brano di Johann Sebastian Bach in tre movimenti, dello stesso Bach una trascrizione per strumento a tastiere dell’Adagio dal Concerto in re minore di Alessandro Marcello, utilizzato come colonna sonora del celebre film “Anonimo veneziano” e la Sonata ottocentesca in do Maggiore di Antonio Nardetti.
Vincenzi e il soprano Alesssandra De Negri hanno poi affrontato brani per voce solista con l’accompagnamento organistico, spaziando dalla musica barocca con l’aria “Let The Bright Seraphim” dall’Opera Sansone di Händel, passando per il classicismo italiano con “Illumina oculus meos” di Giuseppe Giordani e per il classicismo tedesco con il mottetto “Exultate, Jubilate” di W.A. Mozart, allo stile operistico con testo sacro, eseguito durante le funzioni liturgiche nelle chiese italiane nell’ottocento con “Salve Regina” del Padre francescano Davide da Bergamo, per concludere con “l’Ave Maria”, dall’opera “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, che andò in scena nel 1890.
L’organista Marco Vincenzi ha saputo sfruttare magistralmente le timbriche del Malvestio, individuando molto bene le sonorità orchestrali e utilizzando in modo calibrato i registri da concerto disponibili per l’ambiente operistico.
Altrettanto applaudito il soprano Alessandra De Negri, voce particolarmente robusta e sviluppata nella zona centrale, ma capace di acuti folgoranti, artisticamente presente e puntuale nell’esecuzione delle partiture.
Lo strumento custodito nella chiesa di San Biagio si è prestato magnificamente al repertorio proposto. Così come pure i due artisti sono riusciti a creare la giusta atmosfera, valorizzando il repertorio e l’organo stesso.
L’ascolto dello storico organo “Malvestio” è stato ancora una volta assai piacevole. Ha un pleno chiaro, brillante e i registri di fondo molto dolci e cantabili. Una caratteristica che non si trova facilmente.
Coinvolgimento assoluto del pubblico durante l’intera esecuzione e applausi scroscianti alla fine del concerto. Soddisfatti i due artisti che, sorpresi dal calore del pubblico tornato a sedersi in attesa di un innegabile bis, hanno volentieri proposto un brano fuori programma: il “Cantique de Noël” di Adolphe Adam.