ROVIGO – La Provincia di Rovigo sostiene la campagna informativa di Admo Rovigo che si pone l’obiettivo di invitare tutti i giovani polesani a diventare donatori di midollo osseo. Martedì 21 novembre il consigliere provinciale delegato alle Politiche giovanili Lorenzo Rizzato ha incontrato la referente provinciale dell’associazione Laura Ravara, realizzando una simbolica iscrizione all’associazione, che lo porterà a fare le analisi del sangue per essere poi inserito nell’albo dei donatori.
Il consigliere dichiara: «Essendo consigliere provinciale delegato alle politiche giovanili, rappresento tutti i giovani polesani e proprio in questa veste ho deciso di trasformare questa iscrizione, che poteva essere privata e personale, in pubblica, proprio per lanciare un messaggio ai miei coetanei».
«Quella del trapianto di midollo osseo – continua Rizzato – è oggi l’unica cura efficace contro malattie del sangue quali leucemie, linfomi e mielomi: purtroppo, soltanto una persona ogni 100mila è compatibile con chi è in attesa di una nuova speranza di vita, motivo per cui è fondamentale la massima diffusione sull’argomento con l’invito al maggior numero possibile di ragazzi a diventare donatori».
L’età “utile” è quella compresa tra i 18 e i 35 anni di età ma la disponibilità alla donazione consente di allargare la banca dati globale: il midollo osseo può infatti esser donato non solo in Italia ma anche nel resto del mondo, vista la bassissima compatibilità che si riscontra.
Contestualmente all’iscrizione simbolica del consigliere Rizzato, nei prossimi giorni, la Provincia di Rovigo darà un supporto concreto all’associazione: partirà una lettera indirizzata a tutti i sindaci del territorio affinché, ogni anno, i neomaggiorenni vengano invitati a dire un “sì” che può contribuire a salvare vite. A differenza di altre realtà più radicate e strutturate quali Avis e Aido, Admo è operativa in Polesine solo dal 2019: il progetto in questione, sposato anche da Anci e ribattezzato “Un dono in Comune”, punta proprio a sensibilizzare i ragazzi su questa tematica, con l’obiettivo di elevare il numero di iscrizioni nell’apposito registro donatori.
«Il Veneto – rileva Laura Ravara – forte dei suoi oltre 4mila iscritti che lo pongono a modello di riferimento nel Paese, raccoglie da solo quasi un sesto dei donatori italiani ma non intendiamo fermarci qui, anzi: riteniamo che il prossimo obiettivo, alla portata, sia quota 5mila. La donazione nel 90% dei casi è come quella del plasma, non invasiva e indolore, e la banca dati, pur nel rispetto assoluto della regola dell’anonimato, rappresenta una rete solidale che per molti è l’ultima ancora di salvezza».
In Polesine non si parte da zero con Canaro che ha già aderito e Taglio di Po che ha dato il suo assenso a un primo incontro esplorativo con le associazioni: ora tocca a tutti gli altri.