ROVIGO – Secondo appuntamento domenica 17 ottobre, presso la Sala Oliva dell’Accademia dei Concordi, della rassegna 2021 de “La Domenica ai Concordi”, XIII edizione di Musica e Poesia e XXVI edizione di Musica e Pittura, organizzata da Conservatorio di Musica Francesco Venezze, Fondazione Banca del Monte di Rovigo e Accademia dei Concordi, aperta ad una più ampia platea di novanta posti grazie alle nuove norme di agibilità dei luoghi della cultura.
Grande pertanto la soddisfazione degli organizzatori espressa nel saluto iniziale a cura del Presidente della Fondazione Banca del Monte di Rovigo Giorgio Lazzarini, al quale è seguita la riflessione letteraria di Natalia Periotto Gennari dedicata al desiderio di Dante exul immeritus a superare nella narrazione poetica il proprio dolore, “indirizzandolo alla costruzione di un mondo rinnovato”, divenendo così poeta europeo e moderno di tanti ulteriori esili tra cui quello di Primo Levi, internato ad Auschwitz, oppure – come ha successivamente ripreso Giuseppe Fagnocchi ad esordio della parte musicale – quello di Thomas Mann emigrato negli Stati Uniti, terra nella quale studia con grande passione proprio Dante ed elabora il Doktor Faustus, opera nella quale trova ampia accoglienza la produzione tarda di Beethoven, tra cui le due Sonate op. 102 per violoncello e pianoforte offerte al numeroso pubblico intervenuto.
Si tratta di due sonate che possono essere considerate come un unico blocco monolitico in un grande crescendo di emozioni e di energia sonora: dalla più cristallina e trasparente Sonata in do maggiore basata su elementi tematici piuttosto ridotti e trattati spesso – come ha sottolineato Caterina Colelli nella sua presentazione – secondo le tecniche barocche dell’ars combinatoria, al “crescendo” di tensione della successiva Sonata in re maggiore che, dopo aver raccolto il testimone dalla prima, si sviluppa con una amplissima gamma di timbri e colori nell’intenso Adagio con molto sentimento d’affetto, ma soprattutto nell’Allegro fugato finale che ai contemporanei di Beethoven suonò come “un guazzabuglio scandaloso” ma che in realtà era “manifestazione di massima energia, pura e naturale” per citare il commento ricavato dagli scritti di Mann messi in evidenza da Marina Pavani nella sua introduzione.
E sono stati proprio questi caratteri contrastanti, ma in continuità nel loro passaggio, ad emergere con straordinaria coerenza nelle due interpretazioni offerte: a cura di Caterina Colelli al violoncello e di Beatrice Bruscagin al pianoforte nella delicata e nitida dolcezza della Sonata in do maggiore dalle “mezze tinte”, ottimamente rese dal duo con attento equilibrio, solo a tratti toccata dalla drammaticità che viene invece ben presto a determinarsi nel pathos del movimento lento e nei complessi intarsi sonori del successivo Allegro fugato della Sonata in re maggiore, un divenire in continuo mutamento di piani sonori estremi sia nella rarefazione alle soglie del silenzio sia nella massima densità, superlativamente interpretato in tutte le molteplici sfaccettature, da Marina Pavani al violoncello e Andrea Mariani al pianoforte.
Ai quattro valenti studenti del Conservatorio Venezze il grande merito di avere condotto il pubblico nel vivo e appassionato contatto con il mondo dello spirito beethoveniano, ripagato da lunghi e meritati applausi.
La registrazione audio/video del concerto sarà pubblicata su youtube attraverso link ad uno dei seguenti siti:
www.fondazionebancadelmonte.rovigo.it www.conservatoriorovigo.it www.concordi.it .