Una domenica dedicata a Giuseppe Brusasca: politico, partigiano, senatore della Repubblica, ma anche Giusto tra le Nazioni

Bilancio positivo per l'appuntamento promosso dal Terzo Polo rodigino nella sala conferenze dell’Hotel Villa Regina Margherita

ROVIGO – Numeroso il pubblico presente nella sala conferenze dell’Hotel Villa Regina Margherita, che domenica 22 gennaio ha voluto rendere omaggio e ricordare la figura di Giuseppe Brusasca, il Commissario per il coordinamento degli aiuti alle vittime dell’alluvione nel Polesine del ’51. Tema dell’evento, organizzato dai circoli cittadini di Azione e Italia Viva di Rovigo: “Giuseppe Brusasca: politico, partigiano, senatore della Repubblica, ma anche Giusto tra le Nazioni”, per la sua azione a favore degli ebrei durante la Shoah che ha fatto sì che il suo nome venisse iscritto allo Yad Vashem di Gerusalemme.

 

Laura Marangoni

 

La riproposizione di uno spezzone di un vecchio cinegiornale della Settimana Incom e la canzone “Polesine (Tera e Aqua)” – testo di Gigi Fossati e musica di Sergio Liberovici – ben interpretata dal vivo da Laura Marangoni, sono riusciti da subito a creare l’atmosfera ideale per dare il via all’incontro.«Questa iniziativa – ha esordito Bruno Candita, nel presentare l’evento – è inserita nell’ambito di un ciclo di eventi di cultura e formazione politica. Nasce dall’idea di proporre all’attenzione del pubblico il profilo di alcuni personaggi politici, collegabili a eventi dal grande impatto sulla comunità polesana, per scoprire e attualizzare le motivazioni di un impegno. Nel caso di Giuseppe Brusasca, cerchiamo di offrire l’occasione per rivalutarne la memoria, mettendone in luce alcuni aspetti che lo rendono particolarmente significativo sul piano della testimonianza politica. Un uomo che ha fatto tanto per il nostro Polesine e non solo, che ancora oggi pochi conoscono».

Brusasca, nel suo ruolo di Commissario per il coordinamento degli aiuti alle vittime dell’alluvione, mostrò singolari capacità decisionali e operative, tanto da realizzare una ripartenza in soli sei mesi, invece dei due anni previsti, senza risparmiarsi, ottenendo la stima della popolazione e di tutte le parti politiche. «È importante ricordarlo oggi come esempio ancora attuale – ha concluso Candita – Il tema dell’alluvione, inoltre, ci offre lo spunto per riflettere sulle nuove emergenze idrogeologiche dovute ai cambiamenti climatici».

 

Bruno Candita

 

A fargli eco il sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo, che nel suo saluto ha evidenziato come gli aspetti della sostenibilità e della sicurezza idrogeologica rappresentino «Una sfida che richiede un’assunzione di responsabilità da parte di tutti».

 

Edoardo Gaffeo

 

È certo che l’alluvione del 51 rappresenta il primo grande evento mediatico italiano. La risonanza di quell’avvenimento per noi catastrofico si diffuse a livello mondiale, attirando l’attenzione sul nostro territorio in modo inatteso. Furono i giornali, la radio e i cinegiornali della Settimana Incom a raccontare al mondo la tragedia, la televisione non c’era ancora. E qui avvenne il secondo miracolo (il primo è stata la nomina di Brusasca Commissario): il mondo si commosse e dimostrò la sua solidarietà. Ma com’era il Polesine del 1951? A darne un’idea, lo storico Erminio Colò con la prima relazione in programma: “Polesine del ’51 nel contesto italiano del dopoguerra”, riuscendo a ben inquadrare quei tragici eventi sul piano storico e sociale.

 

Erminio Colò

 

L’importante ruolo svolto da Brusasca nelle fasi dell’emergenza e della ricostruzione post-alluvione, è stato tratteggiato da Luigi Lugaresi, autore del libro “Giuseppe Brusasca. Diario Polesine, 1951-’52” (Minelliana). Nelle sue parole il riconoscimento delle qualità operative e dell’impegno profuso da Brusasca nei confronti di questo territorio. Una riconoscenza che si coglieva allora (così come si dovrebbe ricordare ancora oggi) da parte di tutti i polesani, al di fuori degli schieramenti partitici, compresi quelli d’opposizione. Ciò, in un periodo storico come gli anni ‘50, fortemente marcato da contrapposizioni frontali, a pieno merito dell’opera svolta dal “coordinatore” nella fase della ricostruzione come artefice del processo di normalizzazione.

 

Luigi Lugaresi

 

Nel corso dell’incontro, che non ambiva certamente ad essere un convegno sulla sicurezza idrogeologica del Polesine, è stata riproposta la stessa domanda che Brusasca pose al convegno svoltosi a Rovigo nel novembre 1991, in occasione del 40° anniversario della rotta del Po: “Siamo in grado di poter accertare se le attuali condizioni di difesa del Po sono idonee e sufficienti per difenderci in futuro da eventualità catastrofiche come quella del 51?”. A questa domanda dovrebbero rispondere i tecnici più che i politici. Tuttavia, sarebbe grave se questo pensiero non venisse mai in mente a chi fa politica in questo territorio, soprattutto in considerazione dei mutamenti climatici in atto. Aspetti questi affrontati da Franco Vecchiatti nel corso della sua relazione “Risanamento del Po, cambiamento climatico e sicurezza idrogeologica del Polesine”, precisando che «non è solo una questione nostra, ma di tutta l’asta fluviale padana, che andrebbe affrontata in modo unitario a livello nazionale».

 

Franco Vecchiatti

 

La mattinata si è chiusa con la presentazione al pubblico di un breve video che, attraverso la testimonianza della figlia Clotilde Gallizia Brusasca, che non ha potuto presenziare all’incontro, ha raccontato la piccola, grande storia di questo eroe capace di lottare contro l’indifferenza. Un documentario che ha ripercorso la vita del senatore Brusasca e la sua scelta, durante la Seconda guerra mondiale, di mettere in salvo alcune famiglie ebree in un gesto che ribadisce la solidarietà, umanità e il suo amore disinteressato per il prossimo.

Gli interventi sono stati coordinati dal giornalista Carlo Cavriani.

 

La testimonianza di Clotilde Gallizia Brusasca

 

Giuseppe Brusasca nacque nel 1900 a Cantavenna, frazione di Gabiano (AL), da una famiglia di proprietari terrieri. Dopo la Prima guerra mondiale si laureò Giurisprudenza. Nel 1919 aderì al Partito Polare Italiano e nel 1923 fu eletto consigliere comunale a Casale Monferrato, ma a seguito di minacce fasciste si stabilì a Milano ove esercitò la professione forense. Nel 1942 fu incaricato da Alcide De Gasperi di organizzare la Democrazia Cristiana nella provincia di Alessandria. Entrò poi a far parte del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Fece parte della Consulta Nazionale e venne eletto all’Assemblea costituente. Dal 1946 al ’57 ricoprì diversi incarichi di governo come sottosegretario di Stato, nei gabinetti De Gasperi e Antonio Segni. Nel 1951 fu nominato commissario per il coordinamento degli aiuti alle vittime dell’alluvione nel Polesine. Per l’aiuto prestato a diverse famiglie ebree, nel 1969 fu riconosciuto Giusto tra le nazioni. Morì a Milano nel 1994.

Gli organizzatori del convegno hanno ricordato al sindaco Gaffeo che a Brusasca, dopo la cittadinanza onoraria di Adria, gli venne riconosciuta anche quella di Rovigo, sebbene la città capoluogo non gli abbia mai fatto l’onore di intitolargli una via, un giardino o una scuola. L’auspicio di tutti i convenuti alla manifestazione è che entro il 2024, a trent’anni dalla morte del senatore, il Comune di Rovigo possa colmare questa incredibile mancanza.